Da Tokyo il colpo di grazia al regime di Pyongyang

Il Giappone minaccia la Corea del Nord con sanzioni economiche e tagli agli aiuti alimentari; si cerca di convincere anche la Cina.


Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Il colpo di grazia per il regime del leader nordcoreano Kim Jong-Il, potrebbe arrivare dal Giappone. Tokyo ha intenzione di tagliare gli aiuti alimentari e imporre sanzioni economiche contro Pyongyang, se questa continua a non collaborare sulla questione dei rapimenti di cittadini giapponesi e a dimostrarsi riluttante ai colloqui sul nucleare. Ieri, Shinzo Abe, segretario generale del giapponese Partito Democratico Liberale (LDP), ha avvertito che se anche la Cina appoggerà la linea dura contro il presidente Kim, questi potrebbe a breve essere deposto.

Abe ha invitato Pyongyang a seguire l'esempio della Libia e del suo leader Muammar Gaddafi, che un anno fa ha deciso di smantellare le sue armi di distruzione di massa e permesso la visita di ispettori internazionali. "Se non farà una scelta simile – ha detto Abe –  la Nord Corea deve realizzare che potrebbe verificarsi un cambio di regime".

Venerdì scorso, un gruppo del LDP e un comitato della camera bassa del parlamento hanno approvato separate risoluzioni, che chiedono il congelamento degli aiuti umanitari a Pyongyang e l'imposizione di sanzioni economiche se la situazione non si sbloccherà.

Secondo Abe, la Cina potrebbe appoggiare eventuali sanzioni Onu contro Pyongyang, se questa non cederà sulla questione del nucleare, ma su questa ipotesi vi sono forti i dubbi. Pechino è il più grande partner commerciale di Pyongyang e la sua più importante fonte di energia e di alimenti (in un anno fornisce circa 220 mila tonnellate di grano). Abe si è dichiarato convinto che anche le sanzioni del Giappone da sole possano colpire al cuore il regime di Kim e la sua già prostrata economia. All'inizio del 2004, Tokyo ha inviato 125 mila tonnellate di aiuti alimentari alla Corea del Nord.

Intanto oggi il ministero degli Esteri nordcoreano ha reso noto che Pyongyang sta riconsiderando la sua partecipazione ai colloqui a sei reputando gli Usa un interlocutore "odioso e disgustoso", per aver montato le voci circolanti da oltre un mese sul possibile cambio in atto ai vertici del regime comunista.

La Nord Corea ha ammesso di aver rapito tra gli anni '70 e '80, 13 cittadini giapponesi. Il regime afferma che 8 di loro sono morti, ma non ha mai fornito prove convincenti sui decessi.