Le Chiese in Malaysia rifiutano le Bibbie bloccate e deturpate dal governo
di Debra Chong
I cristiani si rifiutano di ritirare le Bibbie bloccate da due anni, e liberate solo dopo la stampigliatura sulla copertina: “Al Kitab Berita Baik è solo per l’uso dei cristiani. Per ordine del ministero degli Interni”. Il vescovo Ng Moon Hing, presidente della Federazione dei cristiani malaysiani: “Questo è pienamente offensivo per i cristiani”.

Kuala Lumpur (AsiaNews) – La comunità cristiana ha detto oggi di essere inorridita da quella che definisce la “sconsacrazione” da parte dell’amministrazione Najib di circa 5100 Bibbie trasportate per nave dall’Indonesia, e si rifiuta categoricamente di ritirarle al porto d’arrivo di Klang. La Federazione cristiana di Malaysia (Cfm) che rappresenta oltre il 90% delle Chiese del Paese, ha chiesto che vengano immediatamente fatte cadere le condizioni imposte per lo sblocco dei due carichi di Bibbie in lingua malay nei porti di Klang e Kughing, per un totale di 35mila esemplari. (2/03/2011 Cristiani protestano: il governo blocca 30mila Bibbie in lingua malay).

La notte scorsa la Società biblica della Malaysia (Bsm) ha saputo che la sua spedizione di 5100 “Al Kitab”, come è chiamata la Bibbia, ha ricevuto il sigillo ufficiale del ministero degli Interni, così come volevano le condizioni decise per lo sblocco due giorni fa, ma senza che la Bsm abbia dato il suo permesso.  Le condizioni imponevano che gli importatori stampigliassero sulla copertina di ciascuna delle 35mila copie le seguenti parole: “Avvertenza: questo ‘Al Kitab Berita Baik’ è solo per l’uso dei cristiani.  Per ordine del ministero degli Interni”. La copertina di Al Kitab riceverebbe così il sigillo ufficiale dell’amministrazione, e la data.

La seconda condizione obbliga gli importatori a stampigliare un numero seriale su ogni copia per identificare le copie di ogni spedizione e far sì che di ogni libro si possano conservare le tracce. “Questo significa che la Bibbia in Bahasa (cioè il linguaggio corrente della Malaysia) è ora trattata come un prodotto controllato, e la parola di Dio è fatta oggetto di controllo da parte dell’uomo. Questo è pienamente offensivo per i cristiani”, ha dichiarato in un comunicato dai toni forti il presidente della Cfm, il vescovo Ng Moon Hing. L’organizzazione ha respinto la tesi del governo secondo cui si sarebbe raggiunto un compromesso, negando di aver mai accettato che i libri sacri sarebbero entrati nel Paese con la scritta “è solo per cristiani”. “Ogni persona che rispetta le Sacre Scritture sarebbe inorridita da questa azione. Non accetteremo mai una sconsacrazione della Bibbia, perché la parola di Dio è sacra per noi”, afferma ancora il comunicato.

Facendo riferimento a un atto emanato nel 1982 in base alla legge di Sicurezza interna, la Cfm ha affermato che da nessuna parte in quella legge è scritto che su ogni copia della Bibbia in Bahasa ci deve essere un’avvertenza stampata sopra. “Dal momento che alcune copie possono già essere state stampigliate, non le ritireremo”. La Cfm ha aggiunto che rifiuta integralmente la tesi del governo secondo cui la Bibbia in Bahasa malay “è pregiudiziale all’interesse nazionale e alla sicurezza della Malaysia”. E condanna il trattamento del governo di questi libri sacri come se fossero “una pubblicazione sovversiva”.

La Cfm afferma che i cristiani malaysiani hanno sempre agito in buona fede e con grande pazienza per trovare una soluzione pacifica a tutte le discussioni di carattere religioso che non compromettano la loro fede. “Ma alla nostra buona fede il governo non ha risposto nello stesso modo”, ha detto il presidente.  E ha accusato il governo di aver spostato “i confini”  nel corso degli anni “attraverso una sistematica imposizione di restrizioni e condizioni irragionevoli”. “Come cristiani ci chiediamo come le nostre Sacre Scritture possano diventare una minaccia alla sicurezza nazionale, quando un numero incalcolabile di noi le trova utili a portare speranza e guarigione a vite e focolari infranti, in cui possiamo portare testimonianza”.

La Cfm ha fatto appello affinché tutti i malaysiani si uniscano nel rifiutare ogni tentativo di controllare la libertà religiosa nel Paese. E ha suggerito ai cristiani di restare calmi e di pregare per una soluzione dignitosa e rispettosa della discussione attuale su Al Kitab; ha sottolineato che domenica 20 marzo segnerà il secondo anno di blocco per i libri nel porto di Klang.

Il ministro degli Interni Datuk Seri Hishammuddin Hussein ha difeso oggi la stampigliatura su 5100 copie della Bibbia nel porto di Klang con il suo sigillo ufficiale dicendo che è un protocollo standard, e che con è fatto per “deturpare” Al Kitab. Il ministro ha detto anche che i suoi uomini non avevano altra scelta se non quella di aderire a queste procedure, dal momento che la Bsm ha chiesto un rilascio immediato. “Abbiamo stampigliato la Bibbia in base a questa prassi in precedenza…durante l’incarico di Abdullah Badawi e anche al tempo di Tun Dr Mahathir”, ha dichiarato ai reporter, facendo riferimento ai precedenti primi ministri. E ha fatto capire che secondo lui  le proteste sono pretestuose. “Volevano che le sbloccassimo in fretta…se vogliono trovare dei motivi di protesta, possono trovarne dappertutto…magari possono dire anche che i libri hanno un cattivo odore, dopo essere stati bloccati tanto a lungo” ha dichiarato il ministro. Ha aggiunto che i suoi funzionari non avevano intenzione di deturpare la Bibbia. E ha espresso frustrazione per l’impossibilità di superare il solco che si allarga con la comunità cristiana su questo punto.