Mosca avrà 60 nuove chiese e ancora nessuna nuova moschea
di Nina Achmatova
La decisione è del sindaco Sobianin. Soddisfazione da parte del Patriarcato; i leader musulmani stanno a guardare ma attaccano il Patriarcato: ostracizza la comunità islamica e così sta innescando una “bomba a orologeria”.
 Mosca (AsiaNews/Agenzie) – Più difficile costruire una sola moschea, che 60 chiese a Mosca. Lo sanno bene i musulmani di Russia che mentre si vedono negare da anni il permesso per edificare un nuovo luogo di culto, guardano impotenti alla decisione del sindaco della capitale Sergei Sobianin, di dare il via ai lavori per 60 nuove chiese russo-ortodosse. “Accogliamo con piacere la decisione senza precedenti” ha detto  il portavoce della Chiesa russo-ortodossa Vladimir Viguilianski. Nella capitale russa c'è una chiesa ortodossa per ogni 25.000 abitanti, contro il rapporto di 1:10.000, che si riscontra nel resto del Paese, spiega Viguilianski. Dopo 70 anni di ateismo di Stato, “Mosca oggi ha 350 chiese ortodosse, cinque volte meno dei tempi precedenti la rivoluzione d'Ottobre del 1917”, ha ricordato il portavoce.

I leader musulmani, che ultimamente stanno vivendo momenti di tensione con il potere politico dopo anni di rapporti più che amichevoli, non condannano la decisione del primo cittadino e si dicono convinti che le loro esigenze "verranno prima o poi soddisfatte", come ha fatto sapere il portavoce del Consiglio dei mufti di Russia Goulnour Gaziev. La costruzione di una moschea nella parte sud-est di Mosca è stata sospesa l'anno scorso per le proteste sollevate dagli abitanti del quartiere, preoccupati del disturbo alla quiete pubblica che avrebbe potuto comportare la presenza di un centro religioso islamico. La città conta una comunità di 1,5 milioni di musulmani su 12 milioni di abitanti. Le moschee attive ufficialmente oggi sono quattro. Di recente, il capo dei mufti di Russia,  Ravil Gainutdin, ha criticato l'ostracismo della maggioranza ortodossa verso i 20 milioni di fedeli di Maometto presenti nella Federazione, avvertendo che si tratta di un atteggiamento che sta innescando una “bomba a orologeria”.

“Come puoi combattere il radicalismo se parte dei giovani sono costretti a incontrarsi in appartamenti, scantinati e capannoni con imam sospetti?”, ha chiesto Gainutdin in modo provocatorio. Se l’è presa poi anche con i media nazionali e il potere politico, colpevoli di incoraggiare con i loro discorsi l’“islamofobia” già latente nella società russa e di non aiutare la convivenza tra religioni.

Dal canto loro, organizzazioni per i diritti umani e gruppi che si battono per la laicità dello Stato, fanno notare l’inutile sforzo dell’amministrazione comunale nell’accontentare le richieste del Patriarcato: le chiese esistenti sono già mezze vuote, fanno notare, che bisogno c’è di costruirne di nuove?