Si allargano le proteste, e la repressione, in tutta la Siria
Manifestazioni e violenti interventi delle forze di sicurezza, con morti e feriti, sono segnalati in numerose città. Voci di “un massacro” a Damasco. La delusione per il discorso di Assad, fatto solo di promesse, come l’annuncio della creazione di un comitato del partito unico “per studiare" la preparazione all’abolizione dello stato d’emergenza.
Beirut (AsiaNews) – Morti e feriti anche oggi, in tutta la Siria per le manifestazioni convocate all’indomani del discorso del presidente Bashar al-Assad che tutti gli opositori, e anche le diplomazie internazionali, hanno giudicato deludente le aspettative di chi chiede riforme, libertà e democrazia.
 
Nel giorno della preghiera, le fonti dell’opposizione parlando di “migliaia” di dimostranti e degli attacchi che er la prima volta avrebbero coinvolto anche Damasco dove, secondo i manifesanti, intorno alla msche Abdul Karim al-Rifai ci sarebbe stato un “massacro”. Proteste sono segnalate anche nelle vie di Latakia e Deraa - già nei giorni scorsi al centro di scontri con morti e feriti – e anche di Qameshli, Homs, Douma, Mouda, Hama, Baniyas. Quadi ovunque i manifestanti segnalano violenti attacchi delle forze dell’ordine e “spari”.
 
Già mercoledì pomeriggio, subito dopo la fine dell’intervento di Assad davanti a un parlamento plaudente, attivisti dell’opposizione riferivano che “la gente era furibonda dopo aver ascoltato il presidente ed è scesa nelle strade per esprimere pacificamente la sua ira”, ma “sono finiti suito sotto il fuoco delle forze di sicurezza e di persone sconosciute su automobili. Stiamo ancora cercando di fare un bilancio delle vttime”.
 
A conferma delle ragioni della delusione delle attese degli oppositori, oggi l’agenzia ufficiale SANA mette grandi enfasi nell’annunciare che ieri “su direttiva del presidente”, le leadersip del Baath (il partito unico) ha formato un comitato “per studiare e preparare una legislazione che garantisca la conservazione delle sicurezza dello Stato, la dignità dei cittadini e la lotta al terrorismo, in preparazione all’abolizione dello stato d’emergenza”. In sostanza un rinvio a chi sa quando e tanti no per chi si aspettava l’immediata revoca di una legge che da 48 anni permette alla polizia arresti e detenzioni senza processo e sognava la fine del partito unico e la libertà di stampa.
 
Lo stesso Assad, dice ancor al SANA, “ha incaricato il capo dell’Alto consiglio giudiziario di formare un comitato speciale per avviare un’indagine immediata su tutti gli incidenti” a Daraa e Latakia. Incidenti che lo stesso presidente, nel suo discorso, ha già qualificato come fomentati da stranieri e da nemci della Siria. (PD)