West Java, per la prima volta un kamikaze si fa esplodere dentro una moschea. 28 feriti
di Mathias Hariyadi
L’esplosione è avvenuta poco prima dell’inizio della preghiera del venerdì all’interno della moschea di Taka situata nel quartier generale della polizia di Ciberon. Secondo le autorità l’attacco è stato pianificato da un gruppo estremista islamico indoensiano ed è una vendetta contro le recenti operazioni anti-terrorismo della polizia.
Jakarta (AsiaNews) – Un kamikaze si è fatto esplodere oggi alla moschea di Taka situata nel quartier generale della polizia di Ciberon (West Java) città a circa 300 km da Jakarta. Il bilancio è di 28 feriti fra cui diversi poliziotti.  L’attentato suicida è il primo nella storia del Paese ed è avvenuto poco prima della consueta preghiera del venerdì, mentre i fedeli si stavano radunando all’interno dell’edificio. Secondo le autorità l’attacco è stato organizzato da un gruppo di terroristi islamici, per vendicarsi delle recenti operazioni di anti-terrorsimo portate avanti dalla polizia.

Il generale Suparni Parto, ispettore capo di Java occidentale, spiega che la cintura esplosiva del kamikaze conteneva chiodi e altro materiale metallico e diverse schegge sono state trovate nei corpi dei feriti. Secondo il generale questo sistema è tipico degli estremisti islamici indonesiani.

Secondo Wawan Purwanto, esperto di intelligence, l’attacco segna un cambio di rotta nel terrorismo islamico indonesiano e ha scioccato la popolazione. “L’esplosione – afferma – è avvenuta dentro una moschea proprio durante la preghiera”. L’esperto sottolinea che finora nessun gruppo estremista aveva mai attaccato una moschea durante la preghiera del venerdì.  Purwanto spiega che il cambio di rotta è già iniziato e ora i terroristi si scagliano contro gli stessi musulmani. “In precedenza – dice – gli obiettivi erano i simboli del potere occidentale. Ora invece tutti quelli che sono contro di loro, ad esempio la polizia, possono essere annientati”.

In queste ore responsabili delle forze dell’ordine stanno valutando di aumentare lo stato di allerta nelle aree più sensibili del Paese, per prevenire nuovi attentati.