Fukushima, nove mesi per tornare alla normalità nella centrale nucleare
I reattori e il combustibile esaurito saranno raffreddati in tre mesi; altri tre-sei mesi dovrebbero condurre a uno “spegnimento freddo” dell’impianto. Nel 2012 potrebbe iniziare il ritorno delle famiglie evacuate dalla zona di pericolo. La Toyota riapre oggi per la prima volta dall’11 marzo tutti i suoi stabilmenti in Giappone.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Ci vorranno dai sei ai nove mesi per arrivare a un controllo completo della centrale di Fukushima. La  Tokyo Electric Power (Tepco) la società che gestisce l’impianto prevede di raffreddare i reattori e il combustibile esaurito nei prossimi tre mesi, portando la situazione a un livello stabile, e riducendo costantemente il livello di fughe radioattive.

Da tre a sei mesi saranno necessari, secondo la Tepco, per assicurare uno “spegnimento freddo” dell’impianto, cioè una situazione in cui l’acqua di raffreddamento delle barre sia sotto i 100 gradi e i reattori siano considerati stabili. Questa operazione renderebbe possibile a molte delle famiglie evacuate dalla zona di ritornare alle loro case nel 2012.

“Questa è la più grande crisi dalla creazione della nostra compagnia. Riportare l’impianto nucleare sotto controllo, e i problem finanziari collegati ad esso…come possiamo risolvere tutto ciò è un’impresa difficile”, ha dichiarato oggi Tsunehisa Katsumata, presidente della Tepco, aggiungendo che forse egli dovrà rassegnare le dimissioni in giugno, dopo un’assemblea degli azionisti. E non è escluso che la sopravvivenza stessa della Tepco sia in discussione, a causa degli alti risarcimenti che la società dovrà pagare alle persone colpite dalla crisi nucleare, la peggiore dai tempi di Chernobyl.

In un quadro economico seriamente compromesso dalla catastrofe, una nota positiva è rappresentata dall’annuncio della Toyota. Da oggi la compagnia riaprei tutti i suoi impianti in Giappone, per la prima volta dopo l’11 marzo, la data del sisma e dello tsunami; anche se il lavoro sarà ridotto del 50% a causa della mancanza di pezzi da assemblare.