Papa Woytila ricordava mons. Surasarang come “il vescovo dei montanari”, dopo che il vescovo, all’epoca vicario generale e pastore della cattedrale dell’Assunta, gli aveva detto che “il 70% dei cattolici di Chiang Mai sono abitanti delle montagne”. Ad AsiaNews egli dice che “quei due giorni sono stati i più importanti della storia della Chiesa thailandese. Rammento il discorso del Papa a oltre 40mila fedeli dopo la messa allo stadio nazionale Supatchalasai, quando disse: ‘Sono felice di essere qui in Thailandia. Vedo tutti voi così entusiasti di incontrarmi e questo rende anche me più entusiasta’.” “Sua Santità mi ha colpito in molti modi e con gesti assai semplici, come quando prima e dopo la messa si raccoglieva per lungo tempo in profonda preghiera. Standogli vicino, sono stato colpito dalla sua santità, dalla sua fiducia in Dio e nella guida di Sua Madre Maria, dal suo entusiasmo nell’incontrare i giovani e nell’insegnare loro di avere il coraggio di andare contro il materialismo per essere persone migliori. Mi ha suscitato il desiderio di seguire i suoi passi”. “Il Beato Papa Giovanni Paolo II è un esempio di fede salda e autentica, seguirlo significa seguire con attenzione Gesù Cristo” .
Al suo arrivo in Thailandia, Giovanni Paolo II si chinò a baciare la terra, un tradizionale segno di rispetto. Un momento di grande commozione fu l’incontro con re Bhumibol Adulyadej e la regina Sirikit, il 10 maggio nel palazzo reale Chak-kri Maha Prasart. A loro il Papa disse che per lui era “un grande onore incontrarvi nella terra conosciuta da tutti come ‘la terra del sorriso’. Questa mia visita ufficiale… è anche segno della gratitudine di restituire la vostra visita al mio predecessore Papa Giovanni XXIII il 1° ottobre 1960 e la visita di Somdet Phra Ariyawongsagataya (Punnasiri), 17° Patriarca della Thailandia, che ebbe udienza con Papa Paolo VI in Vaticano”. Il 1° ottobre 1960 re Bhumibol aveva spiegato a Papa Giovanni XXIII che in Thailandia, “anche se la maggioranza della popolazione è buddista, pure gli altri hanno uguale diritto di praticare con libertà la loro fede”. E a Papa Woytila il re aggiunse che ora il Papa aveva potuto vedere di persona che “in Thailandia i fedeli cattolici sono zelanti e felici di praticare la loro fede”. Nel 2005, alla morte del Papa, il re inviò al Vaticano una lettera di condoglianze, ricordando “un grande uomo che è solido e fermo nella giustizia e nel perdono”.
Mons. Surasarang ricorda anche l’incontro con Somdet Phra Yannasangworn, il 19° Patriarca supremo, al tempio Rajchaborpitsathitmahasrimaram, quando “il Papa dichiarò con umiltà il suo rispetto per la Thailandia, terra indipendente, per il popolo Thai, e disse di voler salutare tutti e augurare loro ogni benedizione del Signore”. Nel 2009, per il 25° anniversario della visita papale, alla Cattedrale dell’Assunta è stata inaugurata una statua di bronzo di S. Pietro, davanti a quella del Papa polacco. La fede cattolica è stata portata nel Paese dai missionari portoghesi, insieme alla tecnologia, all’arte e alla cultura occidentale. Le scuole gestite da gruppi cattolici sono tuttora assai apprezzate. La visita del Papa ha molto colpito anche i fedeli buddisti. Il professor Patrawadee Ongsakul dell’Università di Songkhla Nakarin, buddista, vide il Papa accompagnando amici cattolici allo stadio ed è rimasto colpito dalla umile fede delle migliaia di persone che sono andate all’altare per ricevere la comunione. “Per me – dice ad AsiaNews – mostrare gratitudine alla scuola cattolica, dove ho svolto gli studi di livello primario e secondario, significa anche essere zelante nel praticare la mia fede buddista, come erano pieni di zelo i missionari esteri che conducevano la mia scuola. Dico sempre ai miei studenti di praticare con osservanza la loro fede, qualunque sia, come ho visto fare dai missionari cattolici della mia scuola”.
Quando il Papa si recò alla cattedrale dell’Assunta, a offrirgli un bouquet di fiori in segno di benvenuto fu scelta la signora Lamoon Fuukfon, che per oltre 40 anni ha curato i fiori sull’altare della chiesa. Si commuove e non trattiene le lacrime quando ricorda quel momento, dice che non avrebbe mai immaginato che “una donna povera e di basso ceto come me avrebbe avuto l’onore di incontrare il Papa così da vicino”. Nella visita, Papa Woytila ordinò 23 sacerdoti. Uno di loro, padre Peter Prasert Takavej, direttore del Centro di Insegnamento Pastorale, ricorda con commozione “il suo gentile sorriso, la sua voce serena ma potente sia quando parlava che quando guidava la preghiera. Soprattutto, era un uomo di grande semplicità e naturalezza. Per lui non ci sono barriere tra gli esseri umani, di qualsiasi colore”. “Egli è stato un uomo che ha lavorato per il futuro, iniziando la Giornata Mondiale della Gioventù per formare i giovani, che sono il futuro della Chiesa e del mondo. Egli toccava il cuore di chiunque incontrava, vecchie e giovani, bianchi e neri”.
Padre Anthony Vorayuth Itbamrung, direttore del Catholic Social Communication della Thailandia, parteciperà alla cerimonia di beatificazione, “per chiedere a Sua Santità la benedizione per la mia vocazione e per il mio lavoro pastorale”. “Ricordo la Sua visita al campo profughi nel distretto di Panat Nikhom, provincia di Chonburi, circa 110 chilometri a est di Bangkok. Lì c’erano migliaia di rifugiati vietnamiti, cambogiani, laotiani, in attesa di poter andare in un Paese terzo. Il Papa ha donato denaro per questo campo, ritenuto solo un campo di passaggio. Dieci anni dopo la visita del Papa, nel campo c’erano 11.614 persone, soprattutto laotiani”. Il Centro cattolico di padre Vorayuth Itbamrung ha pubblicato tre libri sulla vita e le opere di Papa Woytila, l’ulitmo nel 2011, dal titolo: Il Beato Papa Giovanni Paolo II, Un uomo del perdono.
Secondo i dati ufficiali del 2011, in Thailandia ci sono 346.375 cattolici su 64.852.627 abitanti, con 781 sacerdoti, 131 religiosi, 1530 suore e 481 chiese.