Messinscena dei fondamentalisti indù sulle "riconversioni" all'induismo

Mumbai (AsiaNews) – Il capo del partito fondamentalista Shiv Sena (SS), Uddhav Thackeray, ha presieduto una cerimonia a Melghat (distretto di Amravati, Maharashtra centrale), nella quale 4 Adivasi sono "ritornati" all'induismo. Il presidente dell'SS ha colto l'occasione per deridere i presunti tentativi di proselitismo condotti dai missionari cristiani e ha minacciato che se non finiranno di "sfruttare i poveri e analfabeti Adivasi, faremo loro vedere che cosa è l'SS".

La cerimonia di "ritorno" all'induismo ha però un difetto: è una messinscenza per scatenare odii contro la comunità cristiana. Secondo mons. Edwin Colaco, il vescovo cattolico locale,  in questo caso è falsa sia la "conversione" che la "riconversione". Intervistato da AsiaNews, il vescovo di Amravati ha raccontato che pochi giorni fa il quotidiano locale ha riportato la notizia di "4 Adivasi battezzati in un fiume nella zona di Melghat". Il giornale ha pubblicato in prima pagina anche la foto del battesimo. Mons. Colaco, ha subito scritto alle autorità distrettuali e al direttore del quotidiano protestando contro la "notizia falsa". "Questi Adivasi non si sono convertiti al cattolicesimo – ha specificato il vescovo - e la Chiesa cattolica di Melghat non ha niente a che fare con il loro battesimo".

Secondo autorità ecclesiastiche di Amravati, la  Shiv Sena (alleato del BJP) sta "disperatamente" cercando di recuperare il consenso politico perso. Anche diversi analisti affermano che la campagna di riconversioni tra gli Adivasi è solo un "espediente politico" che mira ad accaparrarsi l'appoggio dei tribali delle zone interne del Maharashtra.

La diocesi di Amravati è molto impegnata tra i tribali con programmi in campo sanitario e alimentare. Thackerey ha dichiarato che l'SS è disposto al dialogo con i missionari cristiani solo su malnutrizione, povertà e analfabetismo, problemi che affliggono in modo grave la zona di Melghat.

Secondo il leader del Shiv Sena i missionari hanno una rete di loro "agenti", sparsi nei villaggi. "Questi prima distribuiscono cibo e medicine, in seguito fanno pregare i tribali Adivasi". (NC)