Capodanno buddista, in duemila per l’armonia etnica e religiosa dello Sri Lanka
di Melani Manel Perera
Buddisti, cristiani, musulmani e indù hanno partecipato alle celebrazioni per il Nuovo Anno singalese e tamil. La giornata dimostra che “costruire un Paese multietnico, nonviolento e senza guerra è possibile”, secondo un vescovo anglicano.
Ambepussa (AsiaNews) – “Se la Chiesa e il Tempio camminano insieme, sarà più facile costruire l’armonia etnica e religiosa nel Paese. Questo evento ne è la prova”. Così mons. Shanta Francis, vescovo anglicano della diocesi di Kurunegala, ha commentato il grande evento per le celebrazioni del Nuovo Anno singalese e tamil nel villaggio Mangedara (provincia occidentale di Sabaragamuwa). La festa, organizzata nello storico tempio buddista Purana Viharaya (distretto di Ambepussa, diocesi di Ratnapura) il 30 aprile scorso, è stata l’occasione per promuovere l’armonia etnica e religiosa.

Più di duemila persone tra buddisti, cristiani, musulmani e indù – provenienti da Colombo, Moratuwa, Gampaha, Kurunegala, Ambepussa, Thulhiriya e Mangedara – hanno partecipato alle celebrazioni. Nel corso della giornata bambini, giovani e adulti di ogni età e religione sono stati coinvolti in giochi e piccole gare.

“Il Tempio, la Chiesa; il Nuovo Anno singalese e tamil” era il tema della giornata per la promozione dell’unità e della pace, organizzata dall’Inter Religious Alliance for National Unity (Iranu), dalla Children Foundation for National and Religious Unity e il Purana Viharaya.

Mallika Fonseka, una cristiana, ha definito “speciale” la giornata, perché ha dato un buon esempio ai giovani e ai più piccoli. E ha detto che “oggi il bisogno più essenziale è rafforzare l’unità tra le nazioni e le religioni”.

Per il ven. Valivita Janananda Thero, direttore in carica del tempio, “non si dovrebbe aspettare il calendario per organizzare eventi come questo, ma incontrarsi tutto l’anno per promuovere unità e pace, e rafforzare l’unità tra le persone. Oggi per noi è una giornata di gioia, perché tutte le culture si sono prese per mano”.

Il vescovo Francis ha aggiunto che in Sri Lanka dovrebbe esserci una società multietnica e multireligiosa, capace di guidare la gente con rispetto, per costruire un Paese senza guerra e nonviolento.

Anche Seyed Hassan, moulama della comunità islamica, ha aggiunto: “Noi tutti dovremmo proteggere la pace e lo sviluppo dell’armonia, per vivere come una sola nazione in un solo Paese”.

Nel villaggio di Mangedara vivono 354 famiglie buddiste – dedite alla coltivazione di riso e verdure – e 100 famiglie tamil indù, la cui sussistenza dipende dalle piantagioni di alberi da gomma.