Massacri del 2008 in Orissa: i cristiani digiunano per chiedere giustizia
di Nirmala Carvalho
Organizzato per oggi un Dharna (sit in e digiuno) a Bhubaneshwar per chiedere un’indagine a livello nazionale sulle violenze commesse dai radicali indù. Il vescovo Barwa: “Le ferite sono profonde, e il processo di guarigione non può cominciare fino a quando non sarà resa giustizia”.

Bhubaneshwar (AsiaNews) – Il Global Council of India Christians (Gcic) ha lanciato uno sciopero della fame per la giornata di oggi a Bhubaneshwar, in Orissa, per chiedere che la National investigation Agency  (Nia) apra un’inchiesta sul ruolo giocato nei massacri di Kandhamal da tre persone. Si tratta di tre sospetti: Indrash Kumar, Swami Asimanand, e il colonnello Shrikant Purohi. Il Gcic chiede inoltre che l’inchiesta giudiziaria si allarghi ai casi dello stesso genere avvenuti fuori dell’Orissa, e al boicottaggio sociale ed economico imposto sui cristiani dai fondamentalisti di destra indù.

La Nia, un ente anti-terrorismo formato in seguito agli attacchi terroristici del 26 novembre 2008 sta compiendo indagini su numerosi casi di violenza legati a radicali indù. Secondo Sajan K. George, presidente del Gcic, gli estremisti Hindutva hanno giocato un ruolo chiave nei pogrom anticristiani dell’agosto 2008 a Kandhamal, Orissa,  e in Karnataka. Pragya Singh Thakur, arrestato per aver pianificato attentati contro musulmani nel 2008, ha confessato alla Nia che il col. Prasad Srikant Purohit era “la mente” degli attacchi del 2008 contro i cristiani in Orissa e in Karnataka. L’accusa di Thakur è venuta subito dopo che il col. Purhoit aveva confessato di aver ucciso almeno due cristiani a Kandhamal, e di aver avuto un ruolo nella violenza in Karnataka  e in altri stati.

Indresh Kumar, leader del movimento radicale Rss (Rashtriya Swayamsevak Sangh), ha partecipato alla processione per il funerale di Swami Lakshmanananda  Saraswati, il cui assassinio è stato la scintilla per la violenza interreligiosa nel distretto di Kandhamal; Thakur ha detto che dalla processione dovevano partire gli attacchi che ne sono seguiti. 

I radicali del Rss negano di aver avuto un ruolo nel terrore. Il 12 marzo Rama Madhav, membro del comitato esecutivo nazionale del movimento, ha definito le accuse contro Kumar “una campagna politica concertata”. Ma già in precedenza l’associazione dei Sopravvissuti del Kandhamal (Sak) aveva chiesto al Primo ministro Manmoangh Singh e al ministro degli Interni P. Chidambaran un’inchiesta della Nia sui fatti. E l’All India Christian Council aveva rivolto in un memorandum la stessa richiesta alle autorità nazionali e locali, così come ha fatto il Gcic. Per appoggiare questa richiesta si è deciso un giorno di digiuno-protesta (Dharna) per oggi.

In un’intervista ad AsiaNews, l’arcivescovo John Barwa, che ha appena preso possesso della diocesi di Cuttack-Bhubaneshwar, ha detto di essere “addolorato” a causa “delle continue sofferenze del mio popolo”. “Ciò che è venuto dopo l’onda di violenza interreligiosa contro il mio popolo è altrettanto orribile e pericoloso. “E’ doloroso profondamente che la giustizia non sia ancora fatta, le ferite sono profonde, e il processo di guarigione non può cominciare fino a quando non sarà resa giustizia”. Mons. Barwa ricorda che “la pace è il frutto della giustizia, e mentre celebriamo la resurrezione di nostro Signore preghiamo e chiediamo che al nostro popolo sia offerta giustizia. E’ importante non solo per i cristiani, ma anche per le garanzie di laicità della nostra amata patria, il cui retaggio sono la libertà religiosa e la coesistenza pacifica fra gente di fede diversa”.