L'esercito siriano mette sotto assedio Homs, Daraa, Baniyas e altre città
Oggi isolato un quartiere di Damasco, Muadhamiya. Centinaia di arresti, e fitte sparatorie. Almeno ottocento i morti dall’inizio delle proteste anti-regime. Migliaia gli arresti; ingresso impossibile per i giornalisti stranieri.

Damasco (AsiaNews/Agenzie) – L’esercito siriano ha circondato un quartiere nella periferia occidentale di Damasco, Muadhamiya; fonti locali parlando di numerosi colpi di arma da fuoco e di nuvole di fumo scuro provenienti dalla zona. Come è ormai consueto in queste operazioni di repressione totale, le forze di sicurezza hanno tagliato l’elettricità e le linee telefoniche.

Le forze siriane stanno continuando nel loro tentativo di soffocare le proteste anti governative a Homs, a Daraa e sulla costa, nella città di Baniyas. A Homs per tutto il giorno di ieri si sono sentiti colpi di arma da fuoco. Fonti locali parlando di arresti e dell’uccisione di varie persone, fra cui quella di un ragazzo di 12 anni. Non ci sono conferme indipendenti di queste notizie, perché i giornalisti stranieri non possono entrare nel Paese.

O ggi a Homs  le truppe, appoggiate da carri armati, stanno separando i vari quartieri della città, per impedire che la gente si riunisca in proteste di massa. Da due giorni si parla di arresti casa per casa. L’Osservatorio siriano per i Diritti umani, con base in Gran Bretagna, ha dichiarato ieri che i quartieri di Bab Sebaa, Bab Amro e Tal al-Sour sono “sotto assedio totale”, con centinaia di arresti. La stessa situazione si ripete a Daraa, dove il coprifuoco è stato annullato per qualche ora, per permettere alla gente di rifornirsi di cibo. Due persone invece sarebbero state uccise a Deir ez-Zor, una città sull’Eufrate, nell’estremo est del Paese. Suawasiah, un gruppo per i Diritti umani, afferma che più di 800 persone hanno perso la vita dall’inizio delle proteste in marzo.

Anche in Yemen ci sono stati altri morti. Tre dimostranti per la democrazia e contro il regime di Ali Abdullah Saleh sono stati uccisi ieri. Decine di migliaia di persone hanno partecipato a manifestazioni in tutto il Paese. La coalizione di sei partiti di opposizione attende che il governo firmi un accordo, mediato dai Paesi del Golfo, per trovare un’uscita politica alla crisi. Se entro due giorni l’esecutivo non firma, l’opposizione si unirà alle manifestazioni in atto.

E migliaia di persone hanno marciato in Marocco per chiedere riforme alla monarchia, una delle più "longeve" del mondo arabo.  La manifestazione – circa ottomila giovani – per le strade di Marrakesh chiedeva la liberazione degli arrestati nelle precedenti proteste, misure contro la corruzione e interventi sociali.