Sacerdote indonesiano: Pancasila, garante di libertà religiosa, contro il fondamentalismo
di Mathias Hariyadi
I cinque pilastri dello Stato, alla base della nascita dell’Indonesia, sono tornati al centro dell’agenda politica. I vertici istituzionali li promuovono per contrastare la deriva fondamentalista nell’arcipelago. Dal prossimo anno torneranno a essere materia di studio. Continua il reclutamento di adepti alla causa fondamentalista, attraverso il lavaggio del cervello.
Jakarta (AsiaNews) – Per combattere l’avanzata dei fondamentalisti islamici, i partiti laici indonesiani promuovono il ritorno ai principi sanciti nella Pancasila. Intanto continua il “reclutamento” occulto di centinaia di studenti universitari da parte dell’Islamic State of Indonesia (NII), che attraverso il lavaggio del cervello raccoglie adepti alla lotta estremista. L’obiettivo è la trasformazione di una nazione laica, come sancito nel 1945 al momento dell’indipendenza, in uno Stato islamico secondo l’ideologia alla base del movimento Darul Islam e la sua ala militare, il Tentara Islam Indonesia (TII). Per il responsabile della Commissione per il dialogo interreligioso dell’arcidiocesi di Semarang “la Pancasila è lo spirito fondante dell’Indonesia” ed è garante di “pluralismo e libertà religiosa”.
 
L’assemblea plenaria tenuta ieri fra i vertici delle istituzioni indonesiane ha sottolineato il bisogno di tornare ai principi sanciti dalla Pancasila. Il capo della Corte costituzionale Mahfud MD ha affermato che essa rappresenta “la nostra sola ideologia nazionale e la piattaforma politica”. Egli ha inoltre confermato l’unità della Repubblica e lo spirito di “diversità nell’uguaglianza”. L’appello è condiviso anche dal capo di Stato Susilo Bambang Yudhoyono, secondo cui i valori morali sono la sola risposta all’ideologia estremista.
 
Per raggiungere l’obiettivo, dal prossimo anno scolastico il curriculum di studi prevede anche una serie di lezioni speciali sulla Pancasila, come già accadeva ai tempi del regime del generale Suharto, al potere dal 1968 al 1998. Nelle scuole si tenevano due lezioni a settimana della durata di 45 minuti, in cui si discutevano e analizzavano i principi morali alla base dello Stato. La caduta del regime, accusato di corruzione, ha determinato pure la fine dell’obbligatorietà dello studio dei cinque pilastri dello Stato.
 
P. Aloysius Budipurnomo Pr, sacerdote a Semarang e capo della Commissione diocesana per il dialogo interreligioso, afferma ad AsiaNews che “la Pancasila è lo spirito fondante dell’Indonesia” ed è garante di “pluralismo e libertà religiosa”. Egli ricorda che in passato questi principi sono stati “messi nel dimenticatoio” e questo ha permesso la nascita e la crescita di formazioni secessioniste e gruppi fondamentalisti. È questa la ragione, aggiunge il sacerdote, per cui “dovrebbero tornare a essere materia di studio nelle scuole”. 
 
La Pancasila, letteralmente i Cinque pilastri base, è l’ideologia ufficiale dello Stato fondata su principi democratici moderni quali la libertà di espressione e di religione. Inserita come preambolo alla Costituzione e voluta con forza dal primo presidente Sukarno, essa ha preceduto di qualche mese la nascita ufficiale dell’Indonesia, che si celebra il 17 agosto 1945. Le cinque colonne si basano su: fede in un unico Dio; giustizia e civiltà umana; unità dell’Indonesia; democrazia guidata da saggezza; giustizia sociale.
 
Nel testo si garantisce anche la pratica di culto per cinque religioni ufficiali – islam, cristianesimo cattolico e protestante, induismo, buddismo e Kong Hu Cu – e si vieta l’adozione di una ideologia e legislazione islamica, fra cui l’introduzione della Shariah, come previsto dalla Piagam Jakarta. Nel 1945 si era aperta una diatriba su quale testo adottare, Piagam o Pancasila. L’osservazione di alcuni leader nazionalisti, secondo cui alcune province orientali erano a maggioranza cristiana, ha impedito l’introduzione di una carta che sanciva la legge islamica nell’Arcipelago.