Orissa: false accuse di conversione per opprimere i tribali
di Santosh Digal
Decine di tribali arrestati con la falsa accusa di aver voluto convertire dall’induismo gli abitanti di un villaggio. I membri delle caste superiori, e i radicali indù tentano di bloccare la battaglia contro il sistema delle caste.

Bhubaneswar (AsiaNews) – Due avvocati cristiani dell’Orissa hanno denunciato false accuse di conversione dall’induismo nel villaggio di Bada Saara Sahi, vicino a Khurda. L’8 maggio tre uomini sono stati arrestati in base all’accusa di praticare conversioni forzate nel villaggio. Mentre altre 55 persone sono state arrestate il 22 e il 23 maggio in episodi collegati al primo avvenimento.  I due avvocati,  Manas Ranjan, attivista di diritti umani, e Rasmi Ranjan Jena, hanno condotto un’inchiesta sul posto. Accuse di proselitismo o di conversioni forzate vengono spesso rivolte dalle organizzazioni militanti indù contro i cristiani, accusandoli di aumentare i loro seguaci attraverso bustarelle, favori, aiuti caritatevoli. I vescovi cattolici hanno sfidato molte volte a portare prove di queste conversioni forzate, ma finora non era mai emerso alcun fatto. Le campagne contro le conversioni forzate sono però alla base di molte violenze contro i cristiani, e sono all'origine anche dei pogrom contro le istituzioni cristiane nell'Orissa nel 2007 e nel 2008.

L’accusa, presentata da Kailash Pradhan, è la seguente: gli arrestati, insieme ad altri, avrebbero cercato di convincere il denunciante e altre persone ad abbandonare il culto di dei e dee indù, e di abbracciare un’altra religione, che però non è specificata. Tutti gli accusati sono tribali, e considerati “intoccabili”. I due avvocati hanno parlato con loro e con altre persone del villaggio.

“C’è da parte loro un’ira naturale verso la regola dell’intoccabilità. Hanno dichiarato di non voler far parte della religione indù; ma al tempo stesso hanno affermato di non essersi convertiti a nessun’altra religione. Cercano di influenzare altri membri della loro comunità ad opporsi al sistema delle caste, ma non vogliono convertire nessuno a un’altra religione”, dichiarano i due avvocati.

Gli accusati fanno parte di un’organizzazione anti-caste, la “Samajika Nyaya Macha”, o “Manvabadi”. Gli avvocati hanno parlato anche con il funzionario di polizia, a Khurda. Questi ha definito “false e frivole” le accuse di conversione; e ha dichiarato che “non c’è il coinvolgimento di nessun gruppo religioso nell’incidente”. La conclusione dell’inchiesta dei due avvocati è che le denunce provengano membri delle caste superiori, che si oppongono alla lotta dei tribali e degli intoccabili contro le discriminazioni. Ma i due avvocati cristiani suggeriscono anche che si indaghi sul ruolo giocato in questo caso dal Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS, Organizzazione nazionale volontaria), il movimento militante dei radicali indù.