Sciopero di operai petroliferi, si profila un duro confronto con lo Stato
Da circa un mese centinaia di lavoratori di una ditta petrolifera kazako-cinese scioperano chiedendo aumenti di salario e maggiori libertà sindacali. Le autorità arrestano la leader sindacale Sokolova e la ditta minaccia licenziamenti. Lo Stato non appare disposto a trattare.

Astana (AsiaNews/Agenzie) – Rischia di aggravarsi il confronto tra gli operai petroliferi in sciopero e le autorità, dopo il nulla di fatto nell’incontro del 3 giugno a Aqtau tra centinaia di lavoratori e Qyrimbek Kosherbaev, governatore di Manghystau Oblast.

Gli operai hanno detto all’agenzia Radio Free Europe che l’incontro è stato “infruttuoso”, perché Kosherbaev non è venuto per discutere le loro richieste ma solo per dire che considera lo sciopero illegale. Comunque i dimostranti hanno lasciato la piazza davanti al palazzo del governatore ad Aqtau, capoluogo regionale, dove avevano dimostrato il 2 giugno per ribadire le loro richieste di maggiori salari e l’immediato rilascio della leader sindacalista Natalya Sokolova.

Circa 700 dipendenti della Karazhanbasmunai Oil Company, join venture tra la ditta statale KazMunaiGas (Kmg) e la cinese Citic Group che sfrutta i ricchi giacimenti di Karazhanbus nell’occidentale regione di Manghystau presso il Mar Caspio, sono scesi in sciopero da circa un mese, per ottenere aumenti salariali e l’eliminazione dei divieti alle attività di sindacati indipendenti. Alcuni lavoratori hanno annunciato anche lo sciopero della fame.

La situazione è molto incerta. La Kmg già qualche giorno fa ha annunciato che la maggior parte dei dipendenti era tornato al lavoro, circostanza smentita da altre fonti.

La Sokolova, leader sindacale che ha fornito assistenza legale agli scioperanti, è stata condannata il 24 maggio a 8 giorni di carcere per “avere organizzato una riunione di massa non autorizzata” davanti alla centrale di polizia di Aqtau il 21 maggio. La sindacalista ha scontato la pena, ma non è stata rilasciata il 1° giugno, pare che sia in corso un processo con la più grave accusa di “istigazione all’odio sociale”.

Il 31 maggio la polizia ha perquisito il suo appartamento e confiscato due suoi telefoni cellulari e il computer del figlio, insieme a scatole di documenti.

Il governatore Kosherbaev, in un comunicato stampa, ha invece dichiarato che tutte le richieste dei dimostranti sono state inviate al presidente Nursultan Nazarbaev e che la Sokolova “ha organizzato manifestazioni pubbliche illegali dei lavoratori, che hanno causato possibili perdite e danni economici alla ditta”.

La Kmg la settimana scorsa ha stimato le perdite causate dallo sciopero pari a 1,7 milioni di dollari, ma ha aggiunto che non hanno intaccato la produzione di petrolio. Nel 2010 la ditta ha prodotto 1,9 milioni di tonnellate di petrolio, pari a 36mila barili al giorno.

Tra le parti in confronto appare inasprirsi, dopo che molti scioperanti hanno ricevuto una lettera che minaccia il licenziamento.

Nei giorni scorsi il ministro del Lavoro Gulshara Abdykhalykova ha definito le richieste dei lavoratori “senza fondamento e illegali”.