Hu Jia forse libero a giugno. Ha denunciato lo scandalo delle trasfusioni infette di Hiv/Aids
Il dissidente cristiano cinese è in prigione dalla fine del 2007. È stato condannato per “istigazione alla sovversione contro il potere statale”. Ha portato alla luce il contagio di Hiv/Aids di migliaia di contadini a cui sono state praticate trasfusioni di sangue infetto. Il Parlamento europeo nel 2008 gli ha attribuito il premio Sakharov per la Libertà di pensiero.

Shanghai (AsiaNews/Agenzie) - Potrebbe essere liberato alla fine di giugno Hu Jia, il dissidente cinese in carcere da tre anni per aver denunciato lo scandalo del sangue infetto, che ha contagiato di Hiv/Aids migliaia di contadini cinesi. Secondo un tweet postato da sua moglie, Zeng Jinyan, Hu uscirebbe dalla prigione il 26 giugno.

Il dissidente e' stato tra i primi a denunciare lo scandalo dell'Henan, la provincia nella quale alla fine degli anni novanta migliaia di contadini hanno contratto l'Aids attraverso trasfusioni di sangue infetto. E' in carcere dall'aprile del 2007; nel 2008 gli è stata comminata una condanna a tre anni e mezzo per “istigazione alla sovversione contro il potere statale”. Gli allarmi per la sua salute si sono moltiplicati nel corso degli anni. L’ultimo è del gennaio 2011. Una richiesta di scarcerazione per ragioni mediche è stata respinta dalle autorità. (21/01/2011 Si teme per la vita di Hu Jia, premio Sakharov 2008, prigioniero a Pechino).

Hu, cristiano protestante, è detenuto dalla fine del 2007; oltre che per “istigazione alla sovversione contro il potere statale” è stato punito per avere rilasciato interviste a media esteri e avere pubblicato su internet articoli in difesa dei diritti umani. Fra questi, alcuni scritti contro gli espropri forzati di interi caseggiati a Pechino per costruire le grandiose opere olimpiche. Dal 1990 si è battuto per i diritti umani ed è presto diventato un simbolo della dissidenza cinese democratica. Per la sua attività, il Parlamento Europeo nel dicembre 2008 lo ha insignito del prestigioso premio Sakharov per la Libertà di Pensiero.