Mar Cinese meridionale: Hanoi e Washington terranno esercitazioni navali congiunte
Tensione sempre piĆ¹ alta fra Cina e Vietnam. Analisti cinesi invitano il governo a mostrare i muscoli. Il premier vietnamita emana un decreto sulla leva in caso di guerra. L'ultimo conflitto fra i due Paesi risale al 1979.

Hanoi (AsiaNews/Agenzie) - Il mese prossimo Hanoi effettuerà esercitazioni navali congiunte con gli Stati Uniti; la decisione è destinata ad aumentare lo scontro con Pechino, in un periodo di crescente tensione sui confini nel mar Cinese meridionale. Intanto il premier vietnamita Nguyen Tan Dung ha promulgato un decreto relativo a una possibile chiamata alle armi: nella norma sono indicate le categorie di cittadini esonerate dal servizio militare, nel caso in cui dovesse scoppiare una guerra. E proprio con la Cina, nel 1979, il Vietnam ha combattuto il suo ultimo conflitto.

La conferma delle esercitazioni congiunte fra Usa e Vietnam giunge a un giorno di distanza dalle manovre militari navali di Hanoi nella regione. Per i vietnamiti si tratta di operazioni "di routine"; analisti cinesi parlano di provocazione e prova di forza. Ji Qiufeng, professore all'Università di Nanchino, invita il governo cinese a "far capire ai vietnamiti che qualsiasi sfida alla sovranità cinese [nel mar Cinese meridionale] è destinata a fallire".

Un ufficiale della settima flotta statunitense ha spiegato che, il mese prossimo, mezzi navali si dirigeranno nella baia di Da Nang, al largo delle coste vietnamite, per operazioni di ricerca e recupero. Si tratta di esercitazioni annuali che Washington programma con gli alleati nella regione Asia-Pacifico: nei mesi scorsi analoghe operazioni hanno interessato Thailandia, Indonesia, Malaysia e Filippine.

Tuttavia, la presenza di navi statunitensi nella zona verrà sorvegliata con attenzione da Pechino, che nelle ultime settimane ha rivendicato la propria sovranità in ampie zone del mar Cinese meridionale. Lo sconfinamento di navi cinesi ha portato a incidenti - finora minori - con imbarcazioni filippine e vietnamite, scatenando le proteste dei governi e manifestazioni di piazza dei cittadini.

Fra le nazioni della regione Asia-Pacifico, la Cina è quella che avanza le maggiori rivendicazioni in materia di confini marittimi nel mar Cinese meridionale, che comprendono le isole Spratly e Paracel, disabitate, ma assai ricche di risorse e materie prime. L’egemonia nell’area riveste un carattere strategico per il commercio e lo sfruttamento delle materie prime, fra cui petrolio e gas naturale.  A contendere le mire espansionistiche di Pechino vi sono il Vietnam, le Filippine, la Malaysia, il Sultanato del Brunei e Taiwan, cui si uniscono la difesa degli interessi strategici degli Stati Uniti nell’area.