Politici nepalesi accusati di corruzione nella missione in Darfur
di Kalpit Parajuli
È il più grave caso nella storia del Nepal. Politici, ministri e alti funzionari di polizia accusati di finti acquisti per milioni di euro in materiali destinati alla missione umanitaria. Nella documentazione appare anche il nome del defunto premier Koirala, fautore della democrazia nepalese.

Kathmandu (AsiaNews) – L’esercito nepalese e la alte cariche del Paese si sono arricchite con la missione umanitaria Onu in Darfur. È questa l’accusa della Commissione investigativa per gli abusi delle autorità (Commission for the Investigation of Abuse of Authority Ciaa) che ieri ha avviato le indagini contro 34 alti ufficiali di polizia, due ex ministri e l’attuale ministro degli Interni. Per i media è il più grande caso di corruzione nella storia del Paese. Nella documentazione compare anche il nome del defunto Premier Girija Prasad Koirala, leader del Nepali Congress Party che ha traghettato il Paese verso la democrazia. In seguito alle accuse tutti i funzionari coinvolti sono stati sospesi dal servizio per due anni.

Per la Ciaa, ufficiali di polizia e politici avevano organizzato in questi anni una rete per speculare sui costi della missione dell’esercito nepalese in Darfur (Sudan), con finti acquisti di veicoli, materiali per la logistica e armi, per un valore stimato superiore a 1,5 milioni di euro. Ma la Ciaa sottolinea che al termine delle indagini il valore supererà i 10 milioni.  

Rabindra Pratap Shah, nuovo capo della polizia nepalese, si è detto “scioccato dalla notizia, che umilia e rende ridicolo il Paese agli occhi dei cittadini e della comunità internazionale”.  

Secondo gli esperti i continui casi di corruzione anche nelle alte sfere dello Stato sono dovuti all’instabilità politica del Paese. Dal 2007 il Nepal è senza una costituzione e a tutt’oggi è governato da un governo provvisorio. Nel 2010 l’inflazione ha toccato il 13% e la mancanza di sicurezza sta scoraggiando gli investimenti stranieri.