Sri Lanka: l’opposizione apre al dialogo, per risolvere la questione etnica
di Melani Manel Perera
Lo United National Party (Unp) parteciperà al Parliamentary Select Committee (Psc), voluto dal presidente Mahinda Rajapaksa. Il popolo: “I partiti devono camminare insieme”. Ma il partito marxista, anch’esso all’opposizione, non parteciperà perché è solo “una perdita di tempo”.
Colombo (AsiaNews) – Lo United National Party (Unp), principale partito d’opposizione in Sri Lanka, è pronto a partecipare al Parliamentary Select Committee (Psc), proposto dal presidente Mahinda Rajapaksa per risolvere la questione etnica tra tamil e singalesi. Ne ha dato l’annuncio Ranil Wickremasinghe (vedi foto), leader del partito, affermando la volontà di aiutare il governo ad allentare la pressione internazionale sul Paese. Lo Sri Lanka ha gli occhi della comunità internazionale puntati su di sé, dopo la pubblicazione di un rapporto Onu su presunti crimini di guerra commessi dal governo durante il trentennale conflitto etnico.

In precedenza, l’opposizione aveva dichiarato che non avrebbe partecipato al Psc “finché il governo non presenterà le sue proposte sul problema etnico”. Per la gente, la decisione presa dall’opposizione è una buona mossa per il miglioramento delle condizioni del popolo e per lo sviluppo del Paese: “Tutti i partiti dovrebbero camminare insieme e fare pressione sul governo affinché faccia il meglio per le persone, in particolare per i tamil che da decenni sono vittime della questione etnica”.

Il partito marxista Janatha Vimukthi Peramuna (Jvp) ha annunciato invece che non parteciperà al Psc, perché si tratta di una “perdita di tempo”. Secondo Anura Kumara Dissanayake, parlamentare del Jvp, la commissione è solo il tentativo del governo di rimandare qualunque soluzione al conflitto etnico. Rajapaksa ha dichiarato che accetterà qualsiasi decisione del parlamento sulla questione etnica.