Bambini palestinesi di 12 anni in carcere: l’accusa di Btselem
Il gruppo israeliano per i diritti umani critica il governo perché mette in carcere bambini palestinesi perché tirano pietre contro i soldati in Cisgiordania. Fra il 2005 e il 2010, 835 ragazzini sono stati portati in tribunale: uno solo giudicato innocente, tutti gli altri condannati alla prigione.
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – Un gruppo israeliano ha criticato il governo perché mette in prigione bambini palestinesi, alcuni dei quali di 12 anni. I tribunali civili israeliani proibiscono di incarcerare ragazzi al di sotto dei 14 anni; ma i bambini palestinesi arrestati in Cisgiordania in genere sono giudicati da tribunali militari. Il gruppo, “Btselem”, dice che ai ragazzini vengono comminate pene che arrivano fino a due mesi di detenzione. La maggior parte di essi è arrestata perché tira pietre ai soldati israeliani. L’esercito sostiene che i ragazzini sono usati da “gruppi terroristici”.

Il rapporto di Btselem afferma che degli 835 ragazzini palestinesi arrestati per aver tirato pietre fra il 2005 e il 2010 solo uno è stato giudicato innocente. Negli ultimi sei anni 19 ragazzini palestinesi dell’età compresa fra i 12 e i 13 anni sono stati incarcerati, fino a due mesi, con l’accusa di aver tirato pietre. Degli 835 arrestati, 34 erano sotto i 13 anni; 255 erano fra i 14 e i 15 anni di età; 546 erano fra i 16 e i 17 anni. Il 93% di loro è stato condannato alla prigione. Il 97% ha patteggiato la pena.

L’esercito israeliano da risposto con un comunicato, dicendo che è una sfortuna che “Btselem abbia deciso di affrontare il tema in maniera cosi sbilanciata, ignorando lo sfruttamento di minori da parte di organizzazioni terroristiche”. Il comunicato ha ricordato che due anni fa è stata creata un Tribunale speciale per i minori, in cui “i giudici militari hanno mostrato grande sensibilità al tema dei diritti dei minori. Alcune volte i minori sono stati liberati dalla prigione dai giudici perché i loro diritti erano stati violati”. Il rapporto di Btselem afferma anche che molti ragazzini hanno subito pressioni affinché si dichiarassero colpevoli e ottenessero una sentenza più leggera.