Guerra informatica: dal Myanmar il maggior numero di attacchi nel 2011
Nei primi tre mesi dell’anno il 13% degli assalti originati nell’ex Birmania, seguono Stati Uniti, Taiwan e Cina. Nel 2010 il Paese non risultava nemmeno fra i primi 10. Finora solo il 2% della popolazione naviga in rete e il web è sottoposto a pesanti censure. Gravi interruzioni nell’accesso a internet in Egitto e Libia.
Yangon (AsiaNews/Agenzie) – Nei primi tre mesi del 2011 dal Myanmar sono partiti il maggior numero di attacchi informatici nel mondo. Gli internauti birmani sono passati da una condizione di semioscurità – nel 2010 non risultavano nemmeno nei primi 10 posti – al primato per quanto concerne la guerra in rete. A rivelarlo è la Akamai Technologies, compagnia americana che opera nel web, in uno studio pubblicato nei giorni scorsi. Esso mostra inoltre che Egitto e Libia hanno registrato gravi interruzioni del servizio negli ultimi mesi, a causa dei tagli e delle censure imposte dai governi in risposta alle rivolte di piazza.

Secondo i dati emersi dal primo gennaio al 31 marzo 2011, in Myanmar hanno avuto origine il 13% degli attacchi informatici registrati in tutto il mondo. La nazione del Sud-est asiatico – in cui solo il 2% della popolazione usufruisce di “regolare” accesso alla rete – supera così giganti informatici del calibro di Stati Uniti (10%), Taiwan (9%), Russia e Cina. Resta da capire se gli assalti che partono dalla ex Birmania siano opera di singoli individui o gruppi organizzati interni, oppure se il Paese è utilizzato come trampolino (il termine tecnico è “proxy”) per colpire obiettivi sensibili.

I pirati informatici sono soliti sfruttare Paesi quali Myanmar, Cina e Russia – cui si aggiungono Israele e Kazakistan – per operare indisturbati, a causa di falle nella sicurezza o sfruttando politiche che promuovono la “guerra del web”. Dallo scorso anno, inoltre, il governo birmano ha annunciato un piano di sviluppo della rete che, per attivisti ed esperti, è solo un annuncio di facciata privo di un riscontro pratico mentre permangono pesanti censure e controlli.