Allarme Onu: a 12 milioni di apolidi negati diritti e tutele
Per le Nazioni Unite il problema è destinato a crescere, per le nascite di figli da genitori senza cittadinanza. L’Alto commissario per i rifugiati invita a sottoscrivere le due Convenzioni (del 1954 e del 1961) che riconoscono una serie di tutele. Solo 38 hanno firmato il trattato che concede tutele legali. I maggiori problemi in Asia e Africa.
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Almeno 12 milioni di persone sono apolidi, privi di qualsiasi cittadinanza e dei diritti umani fondamentali. È quanto evidenzia una ricerca delle Nazioni Unite, che invitano i Paesi membri a sottoscrivere le due convenzioni dedicate alle persone che non appartengono ad alcuno Stato. Il problema, avvertono, è in continuo peggioramento per le molte nascite di figli da genitori apolidi e che – come loro – si vedono negati il principio di cittadinanza e altri diritti appannaggio dei bambini di tutto il mondo. In particolare, il fenomeno è diffuso nel Sud-est asiatico, nell’Asia centrale e in Medio oriente, insieme all’Africa e all’Europa orientale.

Antonio Guterres, Alto commissario Onu per i rifugiati (Unhrc), ricorda che “queste persone sono in disperato bisogno di aiuto” perché vivono “in un limbo, a livello giuridico da incubo”. Egli aggiunge che “oltre alle miserie sofferte dal popolo”, gli effetti dell’emarginazione di interi gruppi che colpiscono “più generazioni” creano “grandi sofferenze in seno alle società” e, a volte, diventano “causa di conflitti”.

A causa della loro condizione, gli apolidi devono fronteggiare una serie di problemi fra cui il diritto alla proprietà privata, l’apertura di un conto corrente bancario, il matrimonio o la registrazione della nascita di un figlio. Alcuni di loro sono soggetti a lunghi periodi di detenzione, perché non possono provare la loro identità o da dove provengono. Fra le nazioni con il maggior numero di persone senza cittadinanza vi sono: Estonia, Iraq, Kenya, Myanmar, Nepal, Siria e Thailandia. Ad oggi solo 66 nazioni hanno sottoscritto la Convenzione Onu del 1954, che garantisce diritti minimi nel trattamento degli apolidi; solo 38, invece, riconoscono la Convenzione del 1961, che assegna loro una serie più ampia di tutele legali. “Un numero bassissimo” commenta laconico Guteress.

Tuttavia, negli ultimi mesi Croazia, Panama, Filippine e Turkmenistan hanno sottoscritto almeno una delle due Convenzioni. Un primo passo, verso un maggiore adesione a livello globale secondo gli auspici dell’Alto commissario Onu. Le persone possono diventare apolidi per una serie di ragioni, fra cui la divisione di una nazione (come avvenuto in Unione Sovietica o Jugoslavia) o per la nascita di nuove nazioni in seguito alla liberazione dal colonialismo (vedi Africa e Asia). Fra i gruppi etnici senza nazionalità vi sono i Rohingya in Myanmar, alcune tribù montane della Thailandia, gruppi Rom in Europa e i Bidoun arabi negli Stati del Golfo.