Ahmadinejad e Lega araba chiedono ad Assad di fermare la crisi
Il presidente iraniano, principale alleato della Siria, è intervenuto tre volte in questi giorni sostenendo l'inutilità dell'opzione militare. La Lega araba si prepara a presentare una sua proposta. Il sostegno ad Assad da Medvedev e Beshara Rai.
Damasco (AsiaNews) – Qualche settimana fa, un religioso europeo presente in Siria da molti anni diceva che soltanto l'Iran potrebbe convincere il regime di Damasco di cambiare strada e strategia. L'idea poteva sembrare molto irrealistica.

Eppure, in questi ultimi giorni, il presidente dell'Iran, Mahmud Ahmadinejad, ha rivolto un insistente avvertimento al suo amico e collega siriano: la repressione deve finire, ed il governo deve parlare con l'opposizione. Un avvertimento che potrebbe convincere il regime di Damasco ad essere veramente in ascolto di quello che dovrebbe dire, questo sabato, la missione incaricata di presentare un'iniziativa della Lega Araba per porre fine alla crisi.

Ovviamente, i media siriani (agenzia stampa SANA, televisione e giornali), tutti controllati dal governo, hanno ignorato totalmente le ripetute dichiarazioni del presidente iraniano. Quei media, da anni (e non soltanto dal 15 marzo scorso), confondono informazione e propaganda. Hanno ignorato, per esempio, la conversazione telefonica del presidente Bashar Al-Assad con il segretario generale dell'ONU, Ban Ki-Moon, il 17 agosto scorso, nella quale il presidente siriano aveva affermato che erano "concluse" le operazioni militari. Hanno ignorato l'appello formulato da Papa Benedetto XVI il 7 agosto. Hanno ignorato il messaggio ai musulmani siriani del patriarca greco-melkita cattolico, Gregorios III, in cui diceva che bisogna "ascoltare gli slogan dei giovani" che protestano nelle piazze delle città e dei villaggi del Paese.

Largo spazio hanno invece dato, anche oggi, alle dichiarazioni del presidente russo Dmitry Medvedev e del patriarca maronita libanese Beshara Rai. Per Medvedev, che pure ha parlato di “forza inappropriata” da parte delle autorità, tra coloro che si oppongono ad Assad ci sono “terroristi” e la Siria resta un Paese “amico”. Il patriarca libanese, invece, ha chiesto alla comunità internazionale di dare al presidente siriano più tempo per portare avanti le riforme e il dialogo con le opposizioni. “Il presdente Bashar Assad – ha aggiunto – è una persona dalla mente aperta, che ha studiato in Europa, ma non può fare miracoli”.

Il presidente Ahmadinejad si è espresso, a proposito della situazione in Siria, in tre occasioni durante questi giorni. Ha parlato successivamente alla televisione libanese Al-Manar, organo del partito Hezbollah, pro-iraniano e pro-siriano, e poi alla televisione portoghese ed al canale Al-Arabiya, che è uno di quelli che appoggiano l'opposizione siriana. Ha detto che "una soluzione militare non risolverà niente, non sarà la soluzione giusta"; ha aggiunto che Damasco "dovrebbe aprire al dialogo tra il governo ed i suoi oppositori", perché "la libertà, la giustizia ed il rispetto per gli altri sono diritti di tutte le nazioni, ed i problemi devono essere trattati attraverso il dialogo".

Sembra che il regime iraniano, alleato di quello di Damasco, che dal mese di marzo ha aiutato con denaro e tecnologia, ora è preoccupato dalla continuazione della crisi siriana che, com'è già il caso nella città di Homs, nel centro del Paese, potrebbe diventare una vera guerra civile, con gravi conseguenze per tutto il Medio Oriente, e specialmente per l'Iran. (JPG).