Tribunale cinese condanna a tre anni l’ennesimo attivista tibetano
Paljor, 38 anni, aveva partecipato alle proteste anticinesi nel marzo scorso. Le manifestazioni erano esplose dopo la morte del giovane monaco Phuntsok, immolatosi in ricordo del massacro tibetano compiuto dall’esercito cinese nel 2008. Da marzo, arrestati almeno altri 6 tibetani.
Dharamasala (AsiaNews/Rfa) – Un tribunale del Sichuan, provincia sudoccidentale della Cina, ha condannato a tre anni di prigione l’attivista tibetano Paljor, 38 anni, per aver partecipato alle proteste anticinesi di Ngaba il 16 marzo scorso. Lo riferiscono fonti tibetane in esilio a Radio Free Asia (Rfa). I monaci Kanyag Tsering e Lobsang Yeshe, del monastero di Kirti, riferiscono che l’uomo è detenuto nel carcere di Mianyang (Sichuan).

Le proteste sono nate dopo la morte di un giovane monaco, Phuntsok, che si è dato fuoco lo scorso 16 marzo. Il gesto è stato compiuto in ricordo delle proteste anticinesi del 16 marzo 2008, represse nel sangue dall’esercito cinese che sparò sulla folla disarmata. All’epoca, il bilancio fu di almeno 13 morti nella zona e oltre 200 nell’intero Tibet.

Oltre a Puljor, altri tibetani – laici e monaci – sono stati arrestati e imprigionati. Tra questi, come riferiscono i monaci Tsering e Yeshe: Kalsang, dal 16 marzo; Gerig, dal 19 marzo; Dorjee, 16 anni, e il monaco di Kirt Tsekho, 30 anni, dall’inizio di aprile; il monaco Lonsang Jigme, dal 22 aprile; Gephel, da fine maggio.

“Ma questi – spiegano i due monaci – sono solo alcuni dei casi noti di persone arrestate dopo il 16 marzo scorso. Le sorti di molti sono ancora sconosciute”.