Avvocato cristiano dissidente racconta le torture subite
Jiang Tianyong, 41 anni, è “colpevole” di aver difeso attivisti, membri del Falun Gong e malati di Aids. Per due mesi è stato sottoposto a violenze, umiliazioni e minacce. Altri avvocati per i diritti umani sono stati infettati di tubercolosi, o trattati con psicofarmaci per far perdere la memoria.
Hong Kong (AsiaNews) – Pestaggi, isolamento, lavaggio del cervello, minacce: sono alcune delle sofferenze e torture subite da Jiang Tianyong, un avvocato per i diritti umani di Pechino scomparso nelle mani della polizia lo scorso febbraio e rilasciato dopo due mesi, non prima di esser costretto a firmare documenti di colpevolezza.

La sua sparizione è avvenuta insieme a quella di decine di altri avvocati e dissidenti, arrestati per frenare possibili “rivoluzioni del gelsomino” in Cina. Per vincere la paura, instillata in lui dalle violenze, Jiang ha voluto raccontare quanto ha subito a una giornalista del South China Morning Post e la sua testimonianza è apparsa il 14 settembre scorso.

Le “colpe” di Jiang sono legate alla sua decisione di difendere la libertà religiosa dei cristiani, attivisti per la democrazia, malati di Aids, membri del Falun Gong.

L’avvocato, quarantunenne, è stato preso dai poliziotti lo scorso 19 febbraio e portato in un luogo sconosciuto dove è stato picchiato per due giorni consecutivi. Dopo ciò è stato costretto a stare per 15 ore immobile e interrogato dalle forze di sicurezza. Se faceva “errori” o rispondeva con un “non so”, veniva minacciato e umiliato.

Con fare sprezzante, i suoi aguzzini gli hanno spiegato che essi “possono fare cose secondo la legge, ma anche non secondo la legge, perché abbiamo il permesso di fare cose contro la legge”.

Una notte in cui è stato picchiato, egli si è rivolto al suo accusatore: “Io sono un essere umano; tu sei un essere umano. Perché fai queste cose disumane?”. L’uomo, furioso ha sbattuto Jiang a terra e gli ha risposto: “Tu non sei un essere umano!”.

Jiang Tianyong è stato rilasciato dopo 60 giorni, ma ha dovuto sottoscrivere otto promesse. I poliziotti lo hanno minacciato: se rompe le promesse, sarà preso ancora e con lui anche sua moglie. La sua sposa, Jin Bianling, in questi mesi ha chiesto alle comunità protestanti del mondo intero di pregare per la liberazione di suo marito.

Fra le promesse che Jiang ha dovuto fare alla polizia vi è quella di comunicare alla sicurezza tutte le persone con cui si incontra e di cosa discute.

Dopo la sua liberazione, J iang ha tenuto un profilo molto basso, ma è rimasto segnato da profonde ferite psicologiche.

Ad ogni modo, Jiang si considera fortunato. Altri attivisti o dissidenti hanno subito pene anche peggiori. L’avvocato Tang Jitian è stato sottoposto a violente folate di aria gelida ed è stato scarcerato con la tubercolosi. A un altro avvocato, Tang Jingling, hanno dato medicine che gli hanno fatto perdere la memoria per un certo tempo. L’artista Ai Weiwei ha vissuto per mesi in una cella con la luce sempre accesa e sotto lo sguardo continuo di due guardie, anche quando lui faceva la doccia o dormiva.