Papa: il rinnovamento della Chiesa passa per il rinnovamento della fede
Benedetto XVI celebra a Friburgo la messa conclusiva del suo viaggio in Germania. “Gli agnostici, che a motivo della questione su Dio non trovano pace; persone che soffrono a causa dei nostri peccati e hanno desiderio di un cuore puro, sono più vicini al Regno di Dio di quanto lo siano i fedeli ‘di routine’, che nella Chiesa vedono ormai soltanto l’apparato, senza che il loro cuore sia toccato dalla fede”.
Friburgo (AsiaNews) – “Il rinnovamento della Chiesa, in ultima analisi, può realizzarsi soltanto attraverso la disponibilità alla conversione e attraverso una fede rinnovata”: al cristiano infatti non basta avere “molte istituzioni sociali e caritative, nelle quali l’amore per il prossimo viene esercitato in una forma anche socialmente efficace e fino ai confini della terra”, egli deve operarvi nell’amore di Gesù, facendosi “interrogare” dalla sua fede.

Ci sono 100mila persone nell’aeroporto di Friburgo, compresi i vescovi di tutte le 27 diocesi del Paqese, dove Benedetto XVI celebra la messa conclusiva del suuo viaggio in Germania. E anche oggi il Papa torna a ripetere quell’invito a cercare la fede che ha segnato l’intera visita. Perché altrimenti “gli agnostici, che a motivo della questione su Dio non trovano pace; persone che soffrono a causa dei nostri peccati e hanno desiderio di un cuore puro, sono più vicini al Regno di Dio di quanto lo siano i fedeli ‘di routine’, che nella Chiesa vedono ormai soltanto l’apparato, senza che il loro cuore sia toccato dalla fede”.

Alla folla festante, nella quale ci sono persone venute anche dai Paesi confinanti, Benedetto XVI commenta così la lettura biblica nella quale “l’esperienza dell’esilio babilonese aveva fatto cadere il popolo in una crisi di fede: perché era sopravvenuta questa sciagura? Forse Dio non era veramente potente?”. “Ci sono teologi - aggiunge - che, di fronte a tutte le cose terribili che avvengono oggi nel mondo, dicono che Dio non può essere onnipotente. Di fronte a questo, noi professiamo Dio, l’Onnipotente, il Creatore del cielo e della terra. Noi siamo lieti e riconoscenti che Egli sia onnipotente. Ma dobbiamo, al contempo, renderci conto che Egli esercita il suo potere in maniera diversa da come gli uomini sogliono fare. Egli stesso ha posto un limite al suo potere, riconoscendo la libertà delle sue creature. Noi siamo lieti e riconoscenti per il dono della libertà. Tuttavia, quando vediamo le cose tremende, che a causa di essa avvengono, ci spaventiamo. Fidiamoci di Dio, il cui potere si manifesta soprattutto nella misericordia e nel perdono. E siamo certi, cari fedeli: Dio desidera la salvezza del suo popolo. Desidera la nostra salvezza. Sempre, e soprattutto in tempi di pericolo e di cambiamento radicale, Egli ci è vicino, il suo cuore si commuove per noi, si china su di noi. Affinché il potere della sua misericordia possa toccare i nostri cuori, ci vuole l’apertura a Lui, occorre la disponibilità di abbandonare il male, di alzarsi dall’indifferenza e di dare spazio alla sua Parola. Dio rispetta la nostra libertà. Egli non ci costringe”.

Una libertà che trova conferma nella parabola evangeliza del padre che invita i due figli ad andare a lavorare nella vigna, uno solo dei quali adempie alla richiesta. Un adeguarsi alla volontà di Dio della quale Gesù è stato esempio: “in umiltà ed obbedienza, Gesù ha compiuto la volontà del Padre, è morto sulla croce per i suoi fratelli e le sue sorelle e ci ha redenti dalla nostra superbia e caparbietà”. Lo stesso atteggiamento che si trova nel “sì’ di Maria e aderire fiduciosamente alla bellezza del piano di Dio e della provvidenza”. Seguendo il suo esempi, ha detto il Papa all’Angelus, “anche nella nostra vita l'amore di Dio diventerà quasi carne, prenderà sempre più forma. Non dobbiamo avere paura in mezzo a tutte le nostre preoccupazioni. Dio è buono”.