Un vertice islamo-cristiano sulla Siria. A Beirut
di JPG
Esponenti cristiani e musulmani si incontrano oggi discretamente nella sede del Gran Muftì libanese, per discutere sulla situazione nel Paese vicino, e sulle prospettive politiche e sociali. Samir Geagea ai cristiani: "Non abbiate paura! Siate leader del movimento di liberazione arabo".
Damasco (AsiaNews) – Mentre continua, in diversi luoghi del Paese, con morti ed arresti, la repressione della protesta civile siriana, oggi in Libano avviene un discreto vertice religioso di personalità cristiane e musulmane per riflettere sulla situazione in Siria, specialmente sotto l'aspetto della convivialità, e per confrontare le posizioni delle varie confessioni. Da Damasco sono andati apposta in Libano per quel vertice il gran mufti della Repubblica araba siriana,il dott. Ahmad Hassoun, il patriarca greco-melkita cattolico Gregorios III, ed altri. L'incontro ha luogo nella sede a Beirut del Gran Mufti del Libano, lo sceicco Qabbani.

L'iniziativa fa seguito alle voci secondo le quali la presenza dei cristiani nel Medio Oriente, e specialmente in Siria, sarebbe seriamente minacciata da un eventuale cambiamento di regime a Damasco in favore di una dirigenza islamista. Contro questa minaccia si sono pronunciate diverse personalità musulmane, tra le quali il rettore dell'università Al-Azhar, del Cairo, il quale è considerato la massima autorità accademica nel mondo musulmano sunnita.

La settimana scorsa la stampa libanese ha pubblicato informazioni, provenienti da non meglio identificate fonti "vicine al patriarcato maronita", secondo le quali il presidente francese, Nicolas Sarkozy, avrebbe detto al patriarca maronita, Beshara Butrus Rai, nel corso della sua recente visita in Francia, che i cristiani non hanno più posto nel Medio Oriente e che dovrebbero tutti emigrare in Europa. Queste voci sono state subito formalmente smentite dalla presidenza della Repubblica francese, e l'Eliseo ha precisato che, al contrario, nell'incontro del presidente Sarkozy con il patriarca si è insistito da ambedue le parti sull'importanza della presenza cristiana nel Medio Oriente nella prospettiva regionale della pace. Malgrado questa smentita, e dopo che la smentita è stata resa pubblica, la stampa siriana ha pubblicato l'informazione sulle supposte dichiarazioni di Sarkozy al patriarca.

Nel frattempo è in preparazione una riunione dell'Assemblea della gerarchia cattolica in Siria, la prima tenuta dopo gli avvenimenti del 15 marzo scorso (la riunione programmata in aprile era stata cancellata), per adottare un atteggiamento ecclesiale comune di fronte all'attuale situazione. Finora, i membri dell'episcopato cattolico in Siria che si sono pronunciati hanno espresso sostegno al regime, sebbene, in qualche caso (alcuni documenti del patriarca Gregorios III, presidente dell'Assemblea), con un invito a prendere in considerazione le rivendicazioni delle persone che protestano.

L'Assemblea dovrà, in merito, porsi in ascolto di indicazioni ricevute dalla Santa Sede, indicazioni che chiedono un maggior "discernimento" e sottolineano il dovere della Chiesa di promuovere la dignità umana, l'uguaglianza civica tra tutti i concittadini e tra uomo e donna, il rispetto delle libertà fondamentali, la separazione tra Stato e religione, il rifiuto della violenza, ecc.; e tutto ciò senza impegnarsi a favore di un qualsiasi partito politico. E secondo il leader cristiano libanese Samir Geagea i cristiani in Medio oriente dovrebbero essere “i leader del movimento di liberazione arabo” e non “i difensori di regimi brutali e arretrati”. Samir Geagea, noto per le sue posizioni critiche verso il regime di Damasco ha dichiarato: “Miei fratelli in Libano, Siria, Palestina, Iraq, Egitto e in tutta la regione, non abbiate paura…immergetevi nelle sofferenze dei popoli della regione, siate sempre alla guida dei movimenti di liberazione e di progresso”.