Partito tamil: il governo risolva il problema etnico
di Melani Manel Perera
Restituzione delle proprietà, reinsediamento degli sfollati interni, scarcerazione di giovani innocenti e rispetto dei diritti umani sono i temi discussi al congresso del Tamil United Liberation Front (Tulf). Il leader del partito V. Anandasari denuncia le scorrettezze degli ex quadri Ltte (Tigri Tamil), oggi membri dei servizi srilankesi.
Colombo (AsiaNews) – Restituire le proprietà, reinsediare gli sfollati, scarcerare i giovani innocenti e rispettare i diritti inalienabili di ogni essere umano: è quanto chiede il Tamil United Liberation Front (Tulf) al governo, nell’ultimo congresso del partito. Ribadendo l’urgenza di una soluzione al problema etnico – ancora irrisolto nonostante la fine del trentennale conflitto nel 2009 –, il partito si è detto “determinato a mantenere relazioni buone e cordiali” con singalesi, musulmani, malesi, burgher (gruppo etnico euroasiatico, ndr) e qualunque altro gruppo etnico e religioso dello Sri Lanka.

Il Tulf – principale partito tamil del Paese – ha denunciato che moltissimi oggetti d’oro, sequestrati dall’esercito durante la guerra o “donati” con la forza alle casse delle Tigri Tamil (Ltte), non sono ancora stati restituiti alle famiglie tamil. Poi, ha ricordato che dei 200mila sfollati interni (Idp – Internally Displaced People) “solo una minima parte è stata reinsediata, mentre la maggior parte ha perso tutto: mariti, mogli, figli, oltre alla casa e a tutti i loro averi”.

V. Anandasari, leader del partito, ha poi sottolineato: “Moltissimi giovani sono ancora in prigione, senza aver ricevuto alcun processo, accusati di far parte dei ribelli tamil. Questo per colpa di ex quadri del Ltte, che adesso lavorano con i servizi srilankesi: danno false informazioni per guadagnarsi il favore dei loro superiori”.

“Il Tulf – ha concluso il leader – esorta il presidente Mahinda Rajapaksa e il governo a risarcire tutte le vittime, come aveva promesso”.