Ennesimo arresto del vescovo Giulio Jia Zhiguo

È il sesto arresto in un anno. Lo scorso aprile il Vaticano aveva giudicato "inammissibile" la sua detenzione.


Roma (AsiaNews) - Mons. Giulio Jia Zhiguo, vescovo sotterraneo di Zhengding (Hebei, Nord Cina), è stato arrestato lo scorso 5 gennaio. Né dà notizia la Kung Foundation. Tre membri dell'Ufficio Affari Religiosi hanno sequestrato il vescovo 69enne alle 5.30 del pomeriggio in una chiesa del villaggio di Wu Qiu. Secondo fonti della Kung Foundation, il vescovo dovrebbe essere recluso nella provincia di Shijiazhuang (Hebei).

Nel 2004 è stato arrestato e poi rilasciato almeno 6 volte. La prima volta è avvenuta il 5 aprile. A causa di questo il Vaticano ha protestato con una dichiarazione ufficiale del direttore della Sala Stampa della santa Sede. Il dott. Joaquin Navarro-Valls aveva definito l'arresto di mons. Giulio Jia Zhiguo "non ammissibile in uno stato di diritto che dichiara di garantire la libertà di religione e di rispettare e preservare i diritti umani". Il vescovo è stato poi sequestrato dal 13 al 18 giugno; 2 volte in settembre e una volta in dicembre.

Mons. Jia è vescovo dal 1980 e ha già trascorso 20 anni in prigione. Egli è a capo di una delle diocesi più vive dell'Hebei, la zona a più alta concentrazione di cattolici, circa 1 milione  e mezzo. Vive quasi sempre agli arresti domiciliari. Non essendo riconosciuto dal governo, egli non potrebbe esercitare il suo ministero. Per questo, prima di grandi feste religiose (Natale, Epifania, Pasqua, Pentecoste, l'Assunta) egli viene rapito e costretto a subire indottrinamento per prevenire celebrazioni e raduni di cristiani sotterranei. Talvolta, in occasioni di importanti riunioni del Partito, o di visite dall'estero di capi di stato e personalità, viene segregato in luoghi sconosciuti. Nel '99, per prevenire la sua attività evangelizzatrice, la polizia ha proibito al vescovo di mantenere aperto un orfanotrofio per bambini abbandonati ed handicappati. Ma poi ha dovuto concedere il permesso a causa della pressione internazionale. Il vescovo mantiene a sue spese e in casa sua circa 100 bambini.

In Cina il governo permette il culto cattolico solo in luoghi e con personale riconosciuto dal governo (Chiesa cattolica ufficiale). Vescovi, sacerdoti, laici della chiesa non ufficiale o sotterranea subiscono continue violenze e prigionia. Dal 2000 il controllo del governo si è accresciuto anche verso la chiesa ufficiale riconosciuta. Più dell'80% dei vescovi nominati da Pechino hanno in questi anni chiesto il segreto riconoscimento e la riconciliazione con la Santa Sede, bollando come inutile il tentativo del partito comunista di costruire una chiesa nazionale in Cina. Seminaristi, sacerdoti e vescovi della chiesa ufficiale, in diversi momenti dell'anno sono sottoposti a mesi interi di "aggiornamento" sulla politica religiosa del governo. Nei lunghi mesi di sessioni politiche si danno lezioni di marxismo e si predica l'importanza la leadership incontrastata del Partito comunista cinese.