Sri Lanka in allarme: aumentano i casi di Aids
di Melani Manel Perera
Quasi 1.400 casi nella seconda metà del 2011, almeno due o tre a settimana. Prostituzione femminile (oltre 8mila donne) e omosessuale sono gli ambienti più a rischio. In Asia i lavoratori sessuali sono 10 milioni, i clienti (uomini) 75 milioni. Ogni giorno muoiono 5mila persone.
Colombo (AsiaNews) – Da due a tre nuovi casi di Hiv/Aids a settimana, per un totale di 1.388 casi nella seconda metà del 2011; circa 250 persone morte per questa malattia dal 1986, anno del primo episodio di contagio; almeno 40mila lavoratori sessuali, di cui oltre 8mila sono donne. Una tendenza “allarmante” secondo Sarojani Perera, direttore di ricerca e programmi della AIDS Foundation of Lanka (Afl), che impone all’intera società dello Sri Lanka di intervenire.

Nel Paese, l’incidenza crescente della malattia è registrata in particolare tra le donne e le ragazze coinvolte in giri di prostituzione, nonostante essa sia illegale. Povertà, analfabetismo e ignoranza rimangono i fattori più comuni che spingono le donne che entrano nel commercio del sesso. Ma “nuovi fattori – evidenzia la Perera – sono emersi, negli ultimi anni: un diverso atteggiamento nei confronti del sesso, migrazioni, globalizzazione, industrie dell’ospitalità, desiderio di avere rapporti promiscui”.

Secondo la Commissione asiatica sull’Aids, in Asia ci sono 10 milioni di lavoratori sessuali e 75 milioni di clienti maschi. Ogni giorno circa 5mila persone muoiono per il virus. Il Global Summary of the AIDS Epidemic riporta che circa 1,8 milioni di persone, in tutto il mondo, hanno perso la vita per questa malattia alla fine del 2009.