Stop dell’Europa al cotone uzbeko raccolto con lavoro minorile
Gruppi internazionali denunciano il perdurante sfruttamento di bambini anche di 9 anni, costretti per mesi a raccogliere il cotone senza andare a scuola. L’Ue respinge un accordo per facilitazioni fiscali per il cotone uzbeko. Ma Tashkent non appare disposta a cambiare.
Tashkent (AsiaNews/Agenzie) – L’Unione europea ha rifiutato un accordo commerciale per facilitare le esportazioni tessili dall’Uzbekistan all’Europa, perché il Paese continua a utilizzare lavoro minorile coatto per i raccolti di cotone. Da anni la comunità internazionale chiede senza esito a Tashkent di non costringere i bambini a interrompere la scuola per i raccolti.

L’Uzbekistan è il 5° maggior produttore di cotone e il 3° esportatore. Il cotone costituisce circa il 25% delle sue esportazioni e l’accordo avrebbe abbassato le tariffe doganali europee. Ma il 4 ottobre il Comitato per gli Affari Esteri del Parlamento Ue ha bocciato l'accordo all’unanimità, chiedendo a Tashkent di consentire un pieno e capillare controllo internazionale che non prosegua lo sfruttamento del lavoro minorile “a nessun livello”. Ora la questione sarà sottoposta al voto del Comitato Ue per il Commercio Internazionale.

L’Uzbekistan da tempo nega lo sfruttamento di minori per i raccolti di cotone e si difende che per la gran parte si tratta di aziende familiari. Ma le organizzazioni internazionali denunciano, con dati e fotografie, che ogni anno da settembre a dicembre, tra 200mila e 2 milioni di bambini tra i 9 e i 15 anni sono portati via da scuola e costretti a raccogliere il cotone con salari minimi.

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) denuncia che i bambini, anche di 10 anni, sono portati con pullman ai campi, con minacce di multe alle famiglie se rifiutano. Joanna Ewart-Jones, addetta al Programma Contro la Schiavitù Internazionale, osserva che “il 90% del cotone uzbeko è raccolto a mano, e circa la metà è raccolto da lavoro minorile coatto voluto dallo Stato”.

Il governo uzbeko tuttavia si avvantaggia per la sua posizione strategica nell’Asia Centrale. Mentre l’Ue restringe il commercio, gli Stati Uniti discutono se togliere le sanzioni imposte nel 2004 per le violazioni contro i diritti umani, sebbene la situazione non sia migliorata. Il governo Obama vuole riprendere la collaborazione militare con il Paese, per la sua posizione strategica nel cuore dell’Asia Centrale e vicino ad Afghanistan e Pakistan. Inoltre il Paese è ricco di gas, molto ambito dall’Europa oltre che da Russia, Cina e altri Stati.