Asia Bibi prega per la libertà, ma i giudici sono ostaggio dei fondamentalisti
di Jibran Khan
Ashiq Masih ha incontrato la moglie in prigione: è debole nel fisico, ma il morale “resta alto”. Sospesa una guardia perché “ha insultato” Asia; rafforzati i controlli e le misure di sicurezza. La famiglia continua a sperare nella liberazione, ma la magistratura vive sotto la minaccia degli estremisti islamici. Pakistan in lutto per la morte di Begum Nusrat Bhutto.
Lahore (AsiaNews) – Dal braccio della morte, Asia Bibi continua a pregare e coltivare la speranza di poter uscire presto di prigione, tornando a vivere con la propria famiglia. È quanto afferma ad AsiaNews Ashiq Masih, marito di Asia, 45enne cristiana e madre di cinque figli, condannata a morte per blasfemia e in carcere in attesa del processo di appello. “Il fisico è debole e provato – aggiunge l’uomo – ma il morale resta alto”. Ashiq rivela inoltre che una guardia carceraria “è stata sospesa”, perché “ha insultato” la moglie in merito a “una banale questione” interna alla prigione. Nelle scorse settimane alcuni giornali pakistani avevano denunciato un presunto caso di “tortura” ai danni della donna, perpetrato da una delle guardie. Voci smentite sia dal marito che dalle autorità del carcere di Sheikhupura, nella provincia del Punjab, dove è rinchiusa da mesi in una cella di isolamento. Per prevenire possibili attacchi, i vertici della prigione hanno rafforzato i controlli e le misure di sicurezza attorno alla donna cristiana. Sulla testa di Asia Bibi pende infatti una taglia dei gruppi fondamentalisti islamici, che invocano la morte della presunta “blasfema”.

“Asia Bibi è debole e fragile” racconta ad AsiaNews Ashiq Masih, ma “il morale resta alto”. Egli sottolinea che “le sono state accordate misure extra di protezione”, perché “la tensione attorno a lei rimane acuta”. Il marito racconta che “prega per tutte le persone che pregano e hanno pregato per lei”. E aggiunge: “la magistratura è ormai ostaggio degli estremisti”. A conferma della fragilità del sistema giuridico, nei giorni scorsi è stato cacciato il giudice del Tribunale antiterrorismo di Rawalpindi Pervez Ali Shah. Il magistrato è stato allontanato per aver emesso la sentenza di condanna a morte di Mumtaz Qadri, l’assassino del governatore del Punjab Salman Taseer, ucciso dalla guardia del corpo per aver difeso Asia Bibi.

Alishba Bibi, una dei cinque figli di Asia, racconta che la famiglia “prega e digiuna per nostra madre, perché possa tornare presto fra noi”. La giovane riferisce che “ogni volta che la incontro assieme a mio padre, non riesco a trattenere le lacrime e inizio a piangere”. Asia cerca di prendere le mani della figlia, facendo passare le sue “tra le sbarre” e invita i figli ad avere “fede nel Signore, perché un giorno mi farà tornare a casa”. “Ogni volta che sento queste parole – aggiunge Alishba – piango lacrime al Signore e gli chiedo di restituirci nostra madre, così che possiamo restare di nuovo tutti assieme”. La figlia più piccola di Asia Bibi si lamenta, perché “da mesi non vedo mia madre… ho paura”. La bambina racconta di aver visto la mamma “solo nelle fotografie” e di “piangere ogni volta” che le tiene fra le mani. “Ci sono momenti – confessa – in cui perdo pure io la speranza di rivederla, ma continuo a ricordarla mentre ride e gioca con noi”. La famiglia resta nascosta in un luogo al sicuro, perché anche sui parenti di Asia pende la minaccia del fondamentalismo islamico.

Intanto il Pakistan ricorda un’altra donna che ha segnato la storia del Paese e il suo recente passato: Begum Nusrat Bhutto, 82 anni, moglie dell’ex Primo Ministro Zulfiqar Ali Bhutto, madre di Benazir e suocera dell’attuale presidente Asif Ali Zardari. L’ex first lady è morta ieri pomeriggio a Dubai; il governo ha annunciato una giornata di celebrazioni, mentre il Pakistan People’s Party (Ppp) ha proclamato 10 giorni di lutto. Dei quattro figli, solo una – la figlia minore – è ancora in vita, perché non si è mai interessata di politica. “La Bhutto appartiene alla leggenda – si legge in una nota dell’ufficio del Primo Ministro – la nazione è ancora una volta stretta attorno al dolore di una famiglia, i cui sacrifici sono un esempio per le nostre vite”.