Cambiano le leggi islamiche per l'emergenza tsunami
di Mathias Hariyadi

Il Consiglio degli Ulema ha detto sì alle sepolture di massa e ha snellito i riti di purificazione dei cadaveri . Il cibo distribuito in emergenza è considerato "puro" a priori.


Jakarta (AsiaNews) – Via libera degli Ulema indonesiani alle sepolture di massa. In una sorta di lettera pastorale,  il Consiglio indonesiano degli Ulema (Majelis Ulama Indonesia, MUI) ha diffuso oggi le direttive sulla sepoltura degli oltre 100 mila morti, vittime dello tsunami. KH Maruf Amin, membro esecutivo del MUI ha detto che data l'emergenza ad Aceh, le tradizionali usanze previste dall'islam possono essere infrante: non sarà obbligatorio lavare i corpi e ricoprirli con un lenzuolo di lino bianco e potranno essere sepolti in fosse comuni. "I corpi  – ha detto Amin – potranno essere sepolti nello stesso posto dove vengono ritrovati o in qualunque altro luogo".

Per l'emergenza i rappresentanti religiosi musulmani hanno riveduto anche le disposizioni sugli alimenti, che secondo l'islam devono essere halal (puri, che non contengano ad esempio carne di maiale, ecc…). Il MUI ha dichiarato che, nelle condizioni attuali, è impossibile verificare se il cibo distribuito dagli aiuti sia halal o no.

Oggi pomeriggio il ministro degli Affari sociali ha aggiornato il bilancio provvisorio delle vittime dello tsunami del 26 dicembre scorso. In tutto in Indonesia sono morti 104.055; i dispersi 10.088, i rifugiati 655.132; 1.448 sono i feriti sotto cure mediche. Di seguito riportiamo le cifre divise per città e provincia. Meulaboh 28.251; Banda Aceh 20.066; Aceh Besar 17.564; Aceh Jaya     15.000; West Aceh 7.020; Calang 5.000; Aceh Island 4.000; North  Aceh 7.020; Pidie 1.359; Nagan Raya 1.338; East Aceh 894; Bireun 594; Lhokseumawe 198; Krueng Mane 117; Sabang, Weh Island 12; South Aceh 6. Nella regione di North Sumatra il bilancio parla di 227 morti a Nias Island; 8 a Deli Serdang;  8 a Cermin Coast; 7 a Simeuleu; 4 a Sergai; 3 a Adam Malik Hospital; 1 a Madina; a Central Tapanuli.