Obama: Gli Usa sono nel Pacifico per rimanerci. E la Cina reagisce
In visita di Stato in Australia il presidente americano conferma l’invio di militari americani nell’area: “La regione è oggi la nostra priorità”. Pechino esprime “preoccupazione”, perché teme di veder ridimensionata la propria influenza nella regione.
Canberra (AsiaNews/Agenzie) – Gli Stati Uniti “sono una potenza del Pacifico” e sono nell’area “per restare, a livello economico e militare”. Lo ha detto questa mattina il presidente Usa Barack Obama nel corso di una visita di Stato in Australia. Il leader democratico ha sottolineato che i militari statunitensi “espanderanno il proprio ruolo nella regione Asia-Pacifico nonostante i tagli al budget”, e ha aggiunto che “l’America è qui per restare”, come potenza del Pacifico che contribuirà a delineare il futuro dell'area.

La Cina ha reagito subito, esprimendo “preoccupazione” per l’annuncio di Obama su una base militare di fatto in Australia. Pechino teme che il suo crescente potere nell’area – vista come una dependance cinese - possa essere ridimensionato dall’influenza Usa. Da parte sua, l’inquilino della Casa Bianca ha risposto ai timori della Cina promettendo una “maggiore cooperazione” con Pechino.

Quello che preoccupa di più i vertici comunisti è, per ora, la questione militare. I membri dell’esercito Usa, spostando l’attenzione da Iraq e Afghanistan, saranno distribuiti più ampiamente in Asia - specie nell’Asia sudorientale - e saranno “più flessibili” nel loro impiego. Secondo Obama, “dal momento che stiamo mettendo fine alle guerre di oggi, ho indirizzato il nostro team per la sicurezza nazionale a fare della nostra presenza e delle missioni in Asia Pacifico la priorità”.

Obama ha poi aggiunto: “Cercheremo più opportunità di collaborazione con Pechino, inclusa una maggiore comunicazione tra i nostri militari per promuovere la comprensione ed evitare giudizi sbagliati”. Ma il presidente ha sottolineato che gli americani “continueranno a parlare con la Cina dell’importanza del rispetto delle leggi internazionali e dei diritti umani universali del popolo cinese”.