Guangdong, migliaia di lavoratori si scontrano con la polizia. Dieci feriti
Le proteste violente sono avvenute ieri a Dongguan, un centro industriale. Settemila lavoratori, su ottomila impiegati nel centro di produzione, hanno circondato la sede del governo per protestare contro licenziamenti, tagli di salario e la minaccia di trasferire in un’altra regione la fabbrica.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Migliaia di operai hanno dato vita a violente proteste contro i licenziamenti e i tagli dei salari a Dongguan, una città industriale nella provincia del Guangdong, nella Cina meridionale, secondo quanto riferiscono fonti locali. Le proteste hanno avuti inizio quando18 manager cinesi di medio livello sono stati licenziati da una compagnia taiwanese chiamata Yu Cheng, che produce scarpe sportive per conto di marchi famosi come Nike, Adidas e Balance. Allo stesso tempo la compagnia ha annunciato tagli di salario per gli operai, e una consistente riduzione delle ordinazioni e dei premi di produzione.
 
Circa settemila lavoratori hanno incrociato le braccia, e hanno inscenato una manifestazione davanti alla sede regionale del governo, chiedendo un intervento delle autorità. La fabbrica ha circa ottomila dipendenti; quindi la protesta è stata assolutamente maggioritaria. Ieri pomeriggio i dimostranti si sono scontrati con la polizia, accorsa in forze, e almeno dieci lavoratori sono rimasti feriti. I lavoratori protestavano anche perché la direzione intende spostare la fabbrica nella vicina provincia dello Jiangxi, dove i salari sono più bassi che nel Guangdong, una delle regioni più industrializzate della Cina.

In questi giorni i ''microblog'' cinesi - i brevi messaggi che vengono inviati su Internet - sono pieni di denunce secondo cui un gran numero di piccole imprese che operano nel sud della Cina sono sull'orlo del fallimento a causa del crollo delle esportazioni verso Europa e Stati Uniti. E in effetti le esportazioni, deboli a causa dell’incertezza delle’economia globale, hanno messo a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro in Cina. Qualche giorno fa i dipendenti di alcuni impianti di imbottigliamento della PepsiCo hanno dato vita a proteste contro un accordo in base al quale la Tingyi, che produce bevande e tagliatelle comprerà l’industria di imbottigliamento cinese della PepsiCo, in perdita finanziaria. I dipendenti temono tagli di impiego dopo l’acquisto.