E ora Ai Weiwei è indagato per pornografia
Sotto accusa fotografie esposte da oltre un anno su internet. Le indagini riguardano chiunque abbia partecipato alla produzione e pubblicazione delle foto, anche i collaboratori di Ai. Si moltiplicano le accuse contro il noto artista, da quando critica Pechino.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il noto artista dissidente cinese Ai Weiwei ha detto che ora la polizia lo indaga per pornografia, per fotografie pubblicate su internet da oltre un anno. Le fotografie sono scatti di studio nelle quali Ai è seduto con intorno 4 donne pure sedute, tutti nudi, in una spoglia stanza bianca. Ai spiega che le donne sono sue fan che hanno partecipato in modo volontario.

Egli non è stato ancora sentito, ma il suo assistente Zhao Zhao, che scattò le foto, è stato interrogato per ore dalla polizia il 17 novembre.

Zhao spiega che la polizia “mi ha detto che l’indagine riguarda le fotografie e chiunque sia coinvolto nella loro produzione e pubblicazione su internet”- “Ho detto loro che erano soltanto dei nudi. Mi hanno detto che sono pornografiche perché loro le ritengono tali”. L’artista, dopo avere rilevato che le foto sono su internet da oltre un anno, spiega che le fotografie hanno semplici fini artistici e che “la polizia dovrebbe almeno conoscere cosa sia pornografico.

Ai è uno degli artisti più famosi del Paese e in passato è stato molto apprezzato dalle autorità, che l’hanno anche chiamato per collaborare al design dello stadio olimpico di Pechino Nido d’uccello, fino a che non ha iniziato a criticare le ingiustizie del regime verso gli operai, i migranti, i dissidenti e a lottare per la democrazia. Nel 2011 è stato “rapito” dalla polizia che lo ha trattenuto per 81 giorni senza comunicare l’accusa. Liberato, ha proseguito a rilasciare interviste e a incontrare la stampa estera, nonostante il divieto delle autorità. Nei mesi scorsi è stato accusato di evasione fiscale per 15 milioni di yuan per una società a lui collegata. La somma è stata raccolta in breve tempo tramite donazioni di sostenitori, ma l’artista ha detto di voler discutere in tribunale l’accusa di evasione fiscale, per dimostrarne l’inconsistenza e sbugiardare il regime cinese.

“Quando fui detenuto – ricorda Ai – mi dissero che queste foto erano pornografiche, ma mi fece sorridere. Chiesi loro se sapevano cos’è pornografico. La semplice nudità non è pornografia”.