Pechino tenta Seoul e Tokyo: “Una zona economica nostra, contro gli Usa”
In riposta all’area di libero scambio sul Pacifico proposta da Washington la scorsa settimana, la Cina punta a convincere Corea e Giappone a fare un patto a tre. Ma le antiche ruggini e l’odio centenario fra queste nazioni sono un concreto ostacolo al progetto.
Pechino (AsiaNews) – Nonostante l’odio atavico e le rivalità centenarie, Pechino preferirebbe commerciare con i nemici storici (coreani e giapponesi) piuttosto che darla vinta agli Stati Uniti e aderire all’area di libero scambio proposta da Washington al vertice dell’Apec della scorsa settimana. La Cina considera la proposta americana una minaccia, anche perché è stata abbinata alle dichiarazioni di Obama secondo cui “l’America è e resta una potenza del Pacifico”.

La contromossa è stata anticipata questa mattina dai media ufficiali del regime comunista, che annunciano l’intenzione cinese di avviare negoziati formali per l’istituzione, il prossimo anno, di una zona di libero scambio con il Giappone e la Corea del Sud. Secondo il quotidiano Global Times, versione inglese del Quotidiano del Popolo, Pechino “ha manifestato l’intenzione di prendere seriamente in considerazione la possibilità di richiesta di adesione alla Tpp”.

Ma, sempre secondo il Global Times, il premier cinese Wen Jiabao ha preferito puntare su una accelerazione dei negoziati commerciali con Tokyo e Seul: “Wen ha proposto studi congiunti condotti da parte dei governi, rappresentanti dell’industria ed esperti sulla zona di libero scambio tra i tre Paesi che devono essere completati alla fine di quest’anno, di modo che i negoziati formali per un accordo commerciale possano partire dal prossimo anno”.

Corea del Sud, Giappone e Cina hanno concordato nel gennaio 2010 uno studio di fattibilità di due anni sulla creazione di una zona di libero scambio. Lo scopo comune è quello di limitare l’influenza americana nell’area, ma le differenze politiche e le ruggini fra le tre capitali rischiano di far saltare tutto. Secondo una fonte di AsiaNews che opera in campo commerciale “non ci sono margini per un successo pieno del progetto. Certo è affascinante, ma per funzionare tutti e tre i partner devono cambiare molte cose”.