Karnataka, arrestata una cristiana per false accuse di conversioni forzate
di Nirmala Carvalho
È il 41mo caso di violenza anticristiana in Karnataka dall’inizio del 2011. Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), denuncia la connivenza di governo, polizia ed estremisti indù.
Mumbai (AsiaNews) – Il Global Council of Indian Christians (Gcic) “attende con speranza il giorno in cui la minoranza cristiana del Karnataka avrà libertà religiosa, come garantito dalla Costituzione indiana”. Lo afferma Sajan K George, presidente del Gcic, in merito all’arresto di una cristiana, membro della Bethel Ministry Church, “il cui unico crimine è stato diffondere la Parola di Dio”. Alla vigilia dell’Avvento, tempo di attesa e di speranza, il Karnataka registra il suo 41mo incidente anticristiano.

Il 26 novembre scorso la signora Janakiyamma stava pregando con il marito e altri fedeli nei dintorni del villaggio di Kushalnagar, distretto di Kodagu (Karnataka). Alcuni attivisti del Bajrang Dal e del Sangh Parivar (movimenti ultranazionalisti indù) hanno interrotto la preghiera, accusato i presenti di praticare conversioni forzate e chiamato la polizia locale di Kushalnagar. Al loro arrivo, le forze dell’ordine hanno fermato solo la donna, che più tardi nella giornata è stata portata nella prigione di Madikeri.

Sajan George accusa: “Con il Bjp (Bharatiya Janata Party) al governo, la polizia – che dovrebbe proteggere i cittadini – volta le spalle alla minoranza cristiana. La prontezza nell’arrestare su false accuse e le ripetute minacce e persecuzioni contro i cristiani indicano un legame chiaro tra governo, polizia ed estremisti”.

Dal 2008 il Karnataka è guidato dal Bjp, partito ultranazionalista che sostiene gruppi e movimenti estremisti indù appartenenti all’ampio ombrello del Sangh Parivar, come il Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss), il Vishwa Hindu Parishad (Vhp) e il Bajrang Dal, spesso responsabili delle violenze contro dalit e cristiani.