Decine di morti per costruire le “100mila case”, follia del regime
Per onorare il 100mo compleanno del “presidente eterno” Kim Il-sung, il dittatore nordcoreano ha ordinato di costruire “100mila case” in meno di un anno nella capitale Pyongyang. Richiamati studenti e operai improvvisati, che muoiono come mosche nei cantieri edili.
Seoul (AsiaNews) - A pochi mesi dal 100mo compleanno di Kim Il-sung, la Corea del Nord paga l’ennesimo tributo di sangue per onorare il “presidente eterno”: secondo alcune fonti, infatti, decine di studenti sarebbero morti nei cantieri aperti per costruire le “100mila case”, progetto che mira a creare entro l’aprile del 2012 due nuovi quartieri a Pyongyang.

Il “Caro leader” Kim Jong-il vuole mostrare al mondo “la grandezza e la potenza della Corea del Nord”. Ma per farlo, i tempi e le risorse economiche sono proibitive: Peter Hughes, ambasciatore britannico a Pyongyang “qualunque nazione starebbe stretta persino con l’obiettivo di compiere il progetto entro 2 o 3 anni. Se andrà bene, arriveranno al 10 % dell’obiettivo”.

Affidato al terzogenito ed erede designato del dittatore, Kim Jong-un, il progetto procede a stento: gli studenti sono stati allontanati dalle scuole e inviati nei cantieri. Qui, secondo alcune fonti, muoiono a decine: “La furia con cui si vuole realizzare il progetto e le insufficienti misure di sicurezza nei cantieri provocano sempre più spesso incidenti mortali”.

Inoltre, si teme anche per la solidità delle strutture: “Alcuni complessi residenziali sono terminati, costruiti in circa due mesi. Ma la gente ha paura ad andarci a vivere: temono che possano crollare per qualunque cosa, da scosse del terreno a esplosioni”.