Influenza dei polli, Hong Kong blocca il pollame di un’azienda cinese
Dopo la morte di un uomo a Shenzhen, ucciso dalla febbre aviaria, il Territorio bandisce per 3 settimane l’importazione di polli lavorati da una fattoria della zona. Un esperto: “E’ sempre così: prima gli uccelli migratori, poi quelli da stalla e infine l’uomo”.
Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – Il governo di Hong Kong ha confermato il bando di 3 settimane per il pollame proveniente da una fattoria della zona di Shenzhen, nella Cina meridionale, dove un uomo è morto a causa del virus H5N1, vettore dell’influenza aviaria. Il Territorio ha imposto un cordone sanitario di 13 chilometri intorno al luogo del decesso dell’uomo e fermato i prodotti locali: si tratta di circa 5mila polli e 2mila anatre al giorno.

Al contrario, il governo cinese tenta una volta di più di insabbiare la situazione. Dopo aver definito la morte dell’uomo – un autista di autobus – “molto probabilmente” collegata all’aviaria, ha detto oggi di “non essere sicuro” che ci sia una relazione fra il virus e il decesso. Le autorità del Guangdong temono un nuovo bando dei prodotti alimentari simile a quello che, alcuni anni fa, ha colpito in maniera molto pesante l’economia locale proprio a causa di un’epidemia di aviaria.

Anche se si tratta di un caso isolato, infatti, l’allarme è stato subito emesso dalle autorità sanitarie di Hong Kong e trasmesso all’Organizzazione mondiale della sanità: fra l’influenza aviaria, l’afta epizootica, la Sars e altre malattie infettive, da almeno un decennio la Cina meridionale e Hong Kong soffrono in maniera pesante di epidemie. L’H5N1 ha infettato dal 2003 almeno 500 persone, di cui il 60 % è morto.

Yuen Kwok-yung, direttore del Dipartimento malattie infettive alla facoltà di Microbiologia dell’Università di Hong Kong, spiega: “E’ sempre così. Prima la selvaggina, poi il pollame da stalla e infine l’uomo. Ma il nostro sistema di sorveglianza funziona molto bene, non c’è da avere paura. Basta obbedire a poche semplici regole”. Fra queste soprattutto quelle legate all’importazione di prodotti alimentari e i controlli all’aeroporto per chi proviene da zone a rischio.

Timori anche per l’avvento del Capodanno cinese, che cade il prossimo 23 gennaio. Per tradizione, il pollame è un piatto fondamentale del banchetto con cui si chiude l’anno, e quello prodotto nella Cina meridionale viene di solito esportato in quasi tutta l’Asia.