Cooperante italiano rapito in Pakistan. Probabile la richiesta di un riscatto
Giovanni Lo Porto, 36 anni, è stato rapito a Qasim Bela, Punjab meridionale, insieme a un collega olandese della Welt Hunger Hilfe, una ong impegnata nella ricostruzione dopo le inondazioni disastrose dello scorso anno. L’Ispettore generale dei Frontier Corps: “I militanti, talebani o balouchi, usano i rapimenti per generare fondi. Prendono di mira gli stranieri, con l’intenzione di ottenere un riscatto in dollari”.
Multan (AsiaNews/Agenzie) – Due cooperanti della ong tedesca Welt Hunger Hilfe (Aiuto alla fame nel mondo) sono stati rapiti ieri a Qasim Bela, nel distretto di Multan, nella provincia pakistana del Khyber Pakhtunkhwa da tre uomini armati. Giovanni Lo Porto, di 36 anni, siciliano, si trovava insieme a un collega di nome Bernd Johannes, olandese, di 45 anni nell’ufficio della ong nel Punjab meridionale in cui lavoravano per la ricostruzione dopo le inondazioni disastrose dell’anno scorso. Un testimone oculare ha dichiarato che quattro uomini mascherati e armati sono arrivati su un fuoristrada nel campo della ong verso le 20, ora locale. Tre sono entrati nell’ufficio e hanno condotto fuori i due cooperanti, spogliati dei vestiti, li hanno fatti salire sull’automobile e sono ripartiti. Secondo la polizia la ragione per cui li hanno spogliati è evitare di essere rintracciati grazie a qualche dispositivo elettronico nascosto negli abiti. In seguito a quanto pare i rapitori hanno fatto indossare ai rapiti un vestito tradizionale pakistano, lo shalwar kameez. I cellulari dei rapiti non sono attivi dal momento del rapimento.

Nel suo profilo sul web Giovanni Lo Porto precisa di essere arrivato in Pakistan nell'ottobre scorso per partecipare come “project manager” alla costruzione di alloggi di emergenza nel sud del Punjab. In precedenza era stato ad Haiti, e ancora prima aveva lavorato nove mesi con il Cesvi, un’ong italiana di cooperazione allo sviluppo con sede a Bergamo.

La polizia ha circondato il compound e ha posto sotto controllo la zona, in cui operano diversi gruppi armati anti-governativi, come Lashkar-e-Jhangvi, sunnita, responsabile di attentati e violenzE. In una nota, il ministero degli Esteri ha indicato che “sono stati messi in opera tutti i canali utili per seguire da vicino la vicenda in contatto anche con la famiglia” del giovane, e che comunque “come avvenuto anche in altri casi, si adotterà anche in questo la linea del riserbo”. E' molto probabile che alla base del sequestro ci siano ragioni non politiche, ma finanziarie.

Il Generale Ubaidullah Khan Khattak, responsabile dei Frontier Corps ha dichiarato ieri che gli episodi di rapimento sono cresciuti a un livello allarmante, in particolare nel Balochistan, ma anche nel resto del Paese, e sono diventati una fonte di finanziamento abituale per i gruppi militanti. “I militanti, talebani o balouchi, usano i rapimenti per generare fondi. Prendono di mira gli stranieri, con l’intenzione di ottenere un riscatto in dollari “.