Elezioni egiziane, nuova vittoria degli islamisti. Militari forse via entro maggio
Fonti di AsiaNews spiegano che i patiti musulmani hanno preso in totale circa l'80% dei voti. I risultati ufficiali si attendono per i prossimi giorni. L’esercito annunciato il primo trasferimento forzato di uno dei suoi generali: Ismail Etmanm, ex di Mubarak, implicato nelle violenze compiute dai militari contro i manifestanti di piazza Tahrir. Egli è il primo membro dello Scaf a subire un allontanamento.
Il Cairo (AsiaNews) – Nuova vittoria dei partiti islamici alla prima tornata delle elezioni della Camera alta egiziana (Shura). I risultati ufficiali verranno pubblicati nei prossimi giorni, ma secondo fonti di AsiaNews Giustizia e libertà (Fratelli musulmani) e il partito al-Nour (salatiti) avrebbero raccolto circa l’80% dei voti. Caratterizzate dalla bassa affluenza, le votazioni sono terminate ieri. La popolazione ha votato in 13 governatorati: Cairo, Alessandria, Monufiya, Daqahlia, Damieta, Fayoum, Assiut, Qena, New Valley, Nord Sinai, Sud Sinai e Mar Rosso. Il ballottaggio della prima fase si terrà il 7 febbraio; la seconda fase è in programma il 14 e 15 febbraio con il successivo ballottaggio il 22 febbraio.

L’ascesa dei partiti islamici da fuorilegge a principali forze politiche del Paese spaventa la minoranza copta e musulmani moderati. Tuttavia, fonti di AsiaNews fanno notare che molti membri del partito Giustizia e libertà, primo partito egiziano, sono da tempo in contrasto con la linea dura dei Fratelli musulmani. “I giovani che hanno dato vita al partito – spiega – si stanno avvicinando vicini a posizioni moderate e potrebbero portare l’islam a una maggiore compatibilità con le esigenze del mondo moderno, contenendo la spinta dei salafiti”. Secondo la fonte per completare il processo democratico l’esercito deve lasciare il potere in mano ai civili e rispettare la scelta della popolazione egiziana, che chiede giustizia per le oltre 1000 vittime uccise dalle forze di sicurezza durante la primavera araba. Per ripulire l’immagine dell’esercito, il gen. Tantawi, capo dello Scaf ha sostituito il responsabile dell’informazione Ismail Etman, 60 anni, implicato nelle violenze contro i manifestanti, con Ahmed Abul Dahab. Questa è la prima sostituzione di un alto membro del Consiglio dei militari dopo la loro salita al potere nel febbraio 2011.

Dopo le proteste avvenute nei giorni scorsi al Cairo e in altre città egiziane per chiedere il passaggio immediato a un governo civile, oggi il Consiglio supremo delle forze armate ha annunciato che anticiperà di due mesi le elezioni presidenziali. Al momento non vi sono date certe, ma fonti vicine allo Scaf parlano di votazioni entro il 16 maggio, con possibile ballottaggio il 23 maggio. Ieri i militari hanno anche reso note le regole per la candidatura a capo dello Stato. Chi vorrà partecipare alle elezioni dovrà essere nato in Egitto da genitori egiziani, non avere doppia cittadinanza e non essere sposato con una donna straniera.

Tali regole escludono dalla corsa diversi leader politici residenti all’estero. Fra questi Mohamed Mustafa El Baradei , ex dirigente dell’International Atomic Energy Agency (AIEA), premio Nobel per la pace nel 2005 e grande sostenitore dei partiti democratici durante le rivoluzione dei Gelsomini. In protesta con il clima di terrore e insicurezza fomentato dai militari egli nelle scorse settimane aveva già annunciato di non voler più partecipare alle elezioni presidenziali.

Intanto, oggi il parlamento ha terminato l’assegnazione delle commissioni parlamentari. Il partito dei Fratelli musulmani guiderà 12 gruppi su un totale di 19, fra cui gli Affari esteri, che andrà. Il partito salafita di al Nour ha guadagnato quattro commissioni, inclusa quella sull'istruzione e la ricerca scientifica. Ai partiti democratici laici sono state destinate la commissione per il Turismo e la cultura e quella per i diritti umani. (S.C.)