Massacro a Port Said fra tifosi. I militari: c’è chi punta alla destabilizzazione
Ieri sera allo stadio di Port Said 74 persone sono morte in un assalto compiuto contro i tifosi della squadra cairota al-Ahly. La sicurezza non è stata in grado di contenere la violenza. Testimoni parlano di gruppi di provocatori infiltrati.
Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) – Il governo egiziano provvisorio ha dichiarato tre giorni di lutto  per la morte di almeno 74 persone durante le violenze di ieri sera nello stadio di Port Said, in uno scontro fra i tifosi di due squadre avversarie, la locale al-Masry e la cairota al-Alhy. Intanto monta la protesta nel Paese contro quella che è sembrata l’incapacità della polizia di controllare la massa di tifosi.
 
Glòi scontri sono avvenuti alla fine della partita che ha visto la vittoria della squadra di Port Said per 3 a 0. Durante il match, i cairoti - conosciuti come veri ultras - hanno provocato di continuo i fan di al-Masry che, finito il gioco, hannoinvaso il campo e cominciato gli scontri contro i giocatori e i tifosi avversari. In una rara telefonata al canale televisivo della squadra del Cairo, al-Ahly, i cui tifosi sono stati le vittime principali dell’attacco, il capo del Consiglio supremo delle forze armate, il maresciallo Tantawi, ha dichiarato che “il Paese supererà questa fase. Chi punta all'instabilità non vincerà''. E ha aggiunto: ''Questi fatti possono avvenire ovunque nel mondo ma non lasceremo che chi c'è dietro la faccia franca''. Tantawi ha dichiarato che le vittime riceveranno un indennizzo. ''L'Egitto sarà stabile. Abbiamo una roadmap per trasferire il potere a civili eletti. Se qualcuno punta all'instabilità in Egitto , non vincerà. Ciascuno avrà quel che si merita''. Il ministero degli Interni ha dichiarato che 74 persone sono morte, fra cui un agente di polizia, 248 sono rimaste ferite e di loro 14 sono agenti.

Oggi si prevedono marce di protesta al Cairo davanti al ministero degli Interni contro l’incapacità delle forze di sicurezza di contenere la violenza. “La gente è furiosa contro il regime militare” ha dichiarato un testimone del massacro. E per le strade del Cairo dalle prime ore della mattina si stanno formando cortei spontanei che cantano slogan contro il Consiglio supremo. Nel frattempo è stato decretato il lutto nazionale per la durata di tre giorni.

I giornali locali riportano testimonianze di persone presenti allo stadio di Port Said dove si svolgeva la partita fra la squadra locale, al-Masry, e gli ospiti di al-Ahly, secondo cui non sono stati solo gli ultras di al-Alhy responsabili dell’attacco. “Tutti i miei amici tornati dal match mi hanno assicurato che non sono stati attaccati solo da tifosi ma anche da un gruppo di infiltrati” ha dichiarato su Twitter il giornalista Mohamed Beshir. E i presenti confermano che la sicurezza era completamente assente quando i tifosi di al-Masry hanno invaso il campo.