Crolla la crescita economica dell’India, “grazie” alle banche
Il Paese chiude l'anno fiscale con un Pil del 6,9%, contro l'8,4% del 2010-2011. La Reserve Bank of India (banca centrale indiana) abbasserà i tassi d'interesse "solo se il governo ridurrà deficit di bilancio e farà riforme economiche".
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – L’India chiuderà l’anno fiscale in corso con una crescita del Pil del 6,9%, registrando la sua più debole espansione economica dal 2009. Lo ha annunciato New Delhi, confrontando il dato attuale contro la crescita dell’8,4% registrata nel 2010-2011. I settori manifatturiero e agricolo sono i più deboli, con un aumento del 3,9% e del 2,5% rispetto al 7,6% del 2010-2011. Intanto, la rupia indiana ha ottenuto l’amaro trofeo di peggior moneta asiatica quotata in borsa contro il dollaro. La Reserve Bank of India (Rbi), la banca centrale del Paese, sembra essere più che complice di questo tracollo economico. Per combattere l’aumento dei prezzi, la crisi del debito in Europa e la paralisi politica in materia di investimenti stranieri, dal 2010 all’ottobre dello scorso anno la Banca ha aumentato i tassi d’interesse in maniera esponenziale. Tuttavia, la Rbi ha dato la sua disponibilità a ridurre i tassi, “a condizione che il governo riesca ad arginare il deficit del budget del Paese”.

Nei primi nove mesi, il disavanzo [del deficit] ha toccato il 92,3% dell’obiettivo fiscale fissato per l’anno. Secondo la Standard Chartered Plc, una società finanziaria internazionale, l’India non riuscirà ad abbassare il deficit al 4,6% del Pil entro marzo. Proprio in quel mese (il 16), il governo presenterà il nuovo budget, dove sarà evidente se i “suggerimenti” della banca centrale indiana sono stati ascoltati.

“I dati – afferma Radhika Rao, un economista del Forecast Pte di Singapore – confermano che le prospettive di crescita restano contenute, e suggeriscono che la Reserve Bank of India potrebbe tagliare i tassi a partire da aprile, se il piano economico proposto dal governo sarà soddisfacente”. Secondo Amol Agrawal, analista economico della Stci Primary Dealer Ltd, “l’India ha bisogno di ulteriori riforme per espandere la propria capacità economica. Gli scandali legati alla corruzione e la mancata approvazione di alcune proposte politiche stanno pesando sul Paese”.

In effetti, le proposte avanzate dal governo di Manmohan Singh negli ultimi mesi sembrano rispondere ai “suggerimenti” fatti dalla Riserve Bank of India. Per il momento, si tratta di riforme mancate: dall’apertura del mercato al dettaglio alle grandi catene internazionali di supermercati, bocciata dal parlamento; alla legge anticorruzione (Lokpal bill), fondamentale per la credibilità del governo e non approvata per un soffio.

Quelle elencate sono sconfitte critiche per il Congress di Singh, che non è riuscito a portare a casa i risultati più importanti per il suo futuro politico. Ora, il governo ha tempo fino a marzo per rispondere in maniera adeguata alle pressioni dei mercati. Se riuscirà nell’approvazione del budget 2012, potrebbe assicurarsi la vittoria nelle primarie di quest’anno, in vista delle presidenziali 2014. In cambio ci sarà un indebolimento del suo potere politico, avendo ascoltato le banche e non i cittadini.