Arrestati mentre pregavano 10 cristiani iraniani
Erano riuniti nell’abitazione di uno di loro. Le autorità si rifiutano di dire alle famiglie dove siano stati portati. Polizia e intelligence alla caccia di coloro che si convertono: chiuse le chiese nelle quali si tengono funzioni che adoperano la lingua nazionale.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Nuovi arresti di cristiani, in Iran: l’8 febbraio agenti in borghese sono piombati in un appartamento nel quale 10 persone erano riunite in preghiera, le hanno portate via su auto della polizia e ora sono in un luogo sconosciuto. Le autorità si rifiutano di dare alle famiglie informazioni in proposito.

Non sono disponibili ulteriori dettagli, ma, a quanto riferisce l’agenzia iraniana cristiana Mohabat News, uno degli arrestati si chiama Mojtaba Hosseini. Il giovane, 23 anni, era già stato fermato l’11 maggio 2008 insieme con altre otto persone, accusate di essersi convertite al cristianesimo. Funzionari della sicurezza gli avevano chiesto di abbandonare la sua fede e di collaborare con i servizi segreti.

Mohabat News rileva che l’accaduto si colloca in una serie di arresti che da tempo colpiscono la piccola comunità cristiana iraniana. Sotto tiro, in particolare coloro che si convertono. Le autorità hanno infatti imposto la chiusura di chiese che tenevano le funzioni nella lingua nazionale, il farsi. Alle chiese lasciate aperte, il Ministero dell’intelligence ha imposto di non far entrare oratori che parlino in farsi.

Per questo motivo, in Iran, persone che si convertono al cristianesimo sono costrette a riunirsi in piccoli gruppi all’interno di abitazioni private. Le autorità li considerano strumenti dello spionaggio occidentale.