Aung San Suu Kyi a Ue e Cina: diritti dei birmani, più importanti di sanzioni e affari
Bruxelles cancella il divieto di ingresso a ministri birmani, fra cui il presidente Thein Sein. Ma la leader dell'opposizione, in lizza per un seggio in Parlamento, chiede all'Europa di vigilare sul voto di aprile, prima di approvare la rimozione delle sanzioni. E lancia un appello a Pechino, perché non guardi al Myanmar solo dal lato economico.

Yangon (AsiaNews/Agenzie) - Rivolgendosi ai governi occidentali Aung San Suu Kyi - in lizza per un seggio in Parlamento nel collegio elettorale di Kawhmu, cittadina povera a sud di Yangon - chiede di vigilare sul voto di aprile, prima di valutare modifiche alle sanzioni contro il Myanmar. E aggiunge che elezioni "libere e giuste" dipendono anche da una campagna elettorale "aliena da pressioni", non solo da operazioni di voto regolari. Oltre al voto di aprile, la Nobel per la pace reclama il rilascio di tutti i prigionieri politici e il completamento del processo di riconciliazione fra governo centrale e minoranze etniche. Gli avvertimenti della "Signora" emergono proprio mentre una delegazione dell'Unione europea è presente in questi giorni nell'ex Birmania. La delegazione sta pianificando di offrire nuovi aiuti per rafforzare lo sviluppo, cancellare il divieto di ingresso ad alcuni ministri di governo - tra cui il presidente Thein Sein - e pianificare la possibile rimozione delle sanzioni, se non vi saranno brogli o violazioni alle prossime elezioni in cui verranno assegnati i 48 seggi parlamentari ancora vacanti.

Al termine di una tre giorni di visita ufficiale in Myanmar Andris Piebalgs, Commissario Ue per lo sviluppo, ha promesso nuovi aiuti a sostegno dell'economia e incoraggia "l'investimento diretto estero" quando sarà garantita una piena economia di mercato. Egli ricorda anche che un vero sviluppo deve riguardare tutta la popolazione birmana, non solo una parte che detiene o è legata al potere. Durante la sua visita in Myanmar Piebalgs ha incontrato sia il presidente Thein Sein - per un faccia a faccia "caloroso e costruttivo" - sia la leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi.

Nel frattempo, la leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi lancia anche un appello alla Cina, invitando i leader di governo e gli uomini d'affari a non guardare al Myanmar "solo come un luogo per fare affari". La Nobel per la pace auspica inoltre che il Myanmar, in un futuro prossimo, migliori i rapporti tanto con Pechino quanto con Washington. In un'intervista alla rivista cinese Southern People Weekly, con base nel Guangdong, la 66enne leader della Lega nazionale per la democrazia (Nld) spera che "il popolo cinese sia in grado di darci maggiore comprensione", andando oltre un criterio di mero interesse economico. "Speriamo che abbiano bene in mente - ha aggiunto la "Signora", rivolgendosi ai businessman - le relazioni future fra i popoli dei due Paesi, e che tengano bene a mente questo elemento quando investono".