Cina: la crisi dell'Eurozona rallenta l'export
I dati preliminari di Hsbc riportano un ennesimo calo nel tasso delle esportazioni: colpa della crisi economica e finanziaria dell'Europa. Gli analisti avvertono Pechino: "Serve un vero mercato interno per mantenere i dati al livello abituale".

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - La crisi dell'Eurozona inizia a colpire anche la produzione industriale cinese, che registra per il mese di febbraio il più alto calo degli ultimi 8 mesi. Di solito le esportazioni subiscono un valore negativo a gennaio, quando le industrie cinesi rimangono chiuse per alcune settimane dato il Capodanno lunare: questa volta, invece, il sondaggio preliminare della Hsbc dimostra che la crisi è arrivata anche in Cina.

Il tasso di ordini per l'export è calato al 47,4% dal 50,4% di gennaio: i nuovi ordini per l'export (un altro tasso) sono invece al 49,1 - un dato negativo se si considera il trend economico generale. Tuttavia, la produzione industriale sembra in aumento: sempre secondo i dati Hsbc (che diverranno ufficiali dopo una revisione il prossimo 1 marzo), l'attività industriale in febbraio ha toccato i 49,7 punti, rispetto al 48,8 di gennaio.

Hongbin Qu, capo economista per la Cina di Hsbc, spiega: "La crescita industriale sembra rimanere sul sentiero del rallentamento, nonostante quello che dicono i dati. Dato che non si vede un rafforzamento della domanda interna, la debolezza esterna inizia a colpire anche la Cina, aggiungendo nuovi rischi alla sua crescita. La Banca centrale di Cina deve intervenire per calmare l'inflazione".

Secondo Liu Li-Gang, capo-economista per la Cina di Anz, aggiunge: "La crescita dell'export cinese potrebbe arrivare al 13-15% rispetto al 20,3% dello scorso anno. Servono nuovi mercati. Ci aspettiamo comunque altri due tagli al minimo richiesto per i prestiti entro quest'anno".