Massima collaborazione tra India e Italia. Attesi i risultati delle prove balistiche
Esperti di Trivandrum ed italiani stanno conducendo la perizia sulle armi sequestrate a bordo della Enrica Lexie. In totale, quattro casse contenenti due mitragliatrici, sei fucili, 18 pistole e sei giacche anti-proiettile. Attivista indiano per i diritti umani: “Ci deve essere giustizia anche per gli italiani”.

Trivandrum (AsiaNews) - Il Forensic Science Laboratory (Fsl) di Trivandrum e un gruppo di esperti italiani stanno conducendo le prove balistiche sulle armi sequestrate a bordo della Enrica Lexie. Intanto, l'Alta corte del Kerala ha disposto il fermo in porto della petroliera fino a domani mattina. Dopo 15 ore di indagini iniziate nella serata del 25 febbraio scorso, ieri la polizia di Kochi ha sequestrato un totale di quattro casse, contenenti due mitragliatrici, sei fucili, 18 pistole e sei giacche anti-proiettile. Domani scade anche il termine di custodia dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, gli unici al momento incriminati per l'uccisione dei due pescatori, avvenuta in un incidente al largo delle coste del Kerala lo scorso 15 febbraio.

Da qualche giorno, i rapporti tra India e Italia si sono distesi e le autorità coinvolte nel caso lavorano in uno spirito di reciproca collaborazione. Ajith Kumar, commissario di polizia di Kochi, ha dichiarato ai media locali che "la delegazione italiana di grande sostegno e collaborazione". Questa sera il ministro italiano degli Esteri, Giulio Terzi di Sant'Agata, arriverà in India per occuparsi personalmente della questione.

Lenin Raghuvanshi, direttore del Peoples' Vigilance Committee on Human Rights (Pvchr), sottolinea ad AsiaNews: "Queste morti sono circostanze molto sfortunate, e vogliamo giustizia e risarcimenti per queste famiglie. Tuttavia, è importante che non ci sia alcuna discriminazione. In India, quando un soldato viene denunciato, è impossibile processarlo in tribunali normali. Devono sempre essere ascoltati nei tribunali militari. Per questa ragione, una volta accertati i fatti è giusto dare ai militari italiani la stessa possibilità".

Intanto, le famiglie dei due pescatori uccisi, Ajai Binki (del Tamil Nadu) e Jelestein (del Kerala), aspettano di sapere se otterranno ulteriori risarcimenti. "Com'è comprensibile - racconta p. Stephen G. Kulakkayathil, segretario generale del Kerala Latin Region Catholic Council, ad AsiaNews - il dolore è ancora vivo e forte. Non 'sperano' che i due marò vadano in prigione, ma solo che sia fatta giustizia. Per ricominciare a vivere". (GM)

(Ha collaborato Nirmala Carvalho)