Pechino rivede i calcoli sull'inquinamento atmosferico
Fino ad oggi per misurare l’inquinamento della nazione si usavano parametri falsati, che non contemplavano alcuni fra gli agenti più pericolosi messi in circolazione dalle industrie. Il Consiglio di Stato cambia rotta, ma per cambiare le cose serve una revisione della crescita economica nazionale.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Il governo cinese ha adottato in maniera formale dei nuovi standard per la valutazione del tasso di inquinamento nazionale. La mossa, decisa ieri dal Consiglio di Stato, cerca di calmare l'opinione pubblica, indignata per le valutazioni positive espresse dai bollettini ufficiali persino nei giorni più inquinati: i nuovi parametri includono inquinanti come le particelle fini, che nei vecchi standard non erano considerati.

La questione dell'inquinamento è, insieme alle tematiche sociali e a quelle legate ai diritti umani, uno dei problemi più seri della nazione. Lo sviluppo industriale a ritmi serrati e la mancanza di politiche ambientali hanno reso la Cina uno dei Paesi più inquinati del mondo: la popolazione inizia a chiedere al governo una svolta.

I nuovi parametri dovrebbero quanto meno rendere più oneste le valutazioni. Fra i nuovi elementi conteggiati come inquinanti c'è il PM 2.5, che secondo il ministero della Protezione ambientale fino allo scorso anno "non esisteva": si tratta di una delle particelle più pericolose per l'uomo, perché penetra i polmoni, e per l'ozono.

Tuttavia, i nuovi dati saranno disponibili soltanto nel gennaio 2016. Il premier Wen Jiabao, che ha presieduto la riunione del Consiglio di Stato, ha riaffermato la necessità di una scaletta temporale serrata per combattere l'inquinamento. Oltre alle maggiori metropoli del Paese saranno monitorate anche le aree del fiume delle Perle e dello Yangtze, dove operano diverse industrie.