Singapore concede il riposo settimanale alle domestiche. Critiche le padrone
Finora nei primi due anni di contratto non godevano nemmeno di un giorno di vacanza. Hrw giudica “importante” la riforma. Tuttavia, donne manager della città-Stato contestano: potranno “abusare” della libertà concessa. Fra le lavoratrici si registrano sempre più casi di depressione e stress.

Singapore (AsiaNews/Agenzie) - Il governo di Singapore ha approvato la norma che concede un giorno di riposo settimanale alle collaboratrici domestiche, finora costrette a restare sempre a disposizione dei propri datori di lavoro. La legge ha ricevuto il plauso di attivisti per i diritti umani e personalità che operano nel sociale, tuttavia non mancano le critiche: secondo alcuni le cameriere potrebbero "abusare" del giorno libero, mentre altri ritengono che essa non soddisfi le norme internazionali in materia di lavoro. Nonostante i timidi progressi nel campo dei diritti civili, in occasione della Giornata internazionale della donna - che si celebra oggi, 8 marzo - gruppi e associazioni denunciano che in molte parti dell'Asia donne e bambine vivono in una condizione di inferiorità ed emarginazione sociale.

Nei giorni scorsi il Tan Chuan-jin, ministro per la Forza lavoro della città-Stato, ha confermato che le domestiche potranno godere del giorno di riposo settimanale. Se rinunceranno alla pausa dietro richiesta del loro padrone, esse avranno diritto a un compenso extra.

Per gli attivisti di Human Rights Watch (Hrw) si tratta di una "riforma importante", anche se "inferiore" agli standard internazionali. Tuttavia, non mancano le valutazioni negative di quanti si oppongono con forza alla pausa settimanale. E fra le voci più critiche, vi sono proprio quelle di altre donne: Jacqueline Ng, banchiere a Singapore, ritiene che le collaboratrici domestiche possano "abusare" della libertà e "non sarà possibile controllarle" nei loro spostamenti. Per "giustificare" la propria posizione, ricorda il caso della domestica che ha contratto una malattia venerea "pur non avendo giorni liberi: chissà cosa potrebbe succedere - aggiunge - se avessero a disposizione pure una giornata".

Ad oggi più di 200mila donne provenienti da Indonesia, Filippine, Sri Lanka e India lavorano come domestiche a Singapore. Finora era a "discrezione" del padrone concedere un giorno libero, anche se molte non potevano usufruire nemmeno di una pausa dal lavoro nei primi due anni di contratto. Il risultato, spiegano attivisti per i diritti umani, è un senso crescente di "ansia, depressione e solitudine" fra le donne.

In alcuni casi riportati dalle cronache, i problemi psicologici possono sfociare in casi di violenze e aggressioni: fra queste il caso di una 19enne indonesiana, imprigionata di recente con l'accusa di aver ucciso una vedova di Singapore; dietro il gesto, vi sarebbe stata la frustrazione perché la domestica non riusciva a soddisfare le continue e pressanti richieste della propria padrona.

E ancora, dal 1999 al 2005 almeno 147 lavoratrici straniere sono morte per incidenti domestici o suicidi, la maggior parte delle quali si sono lanciate nel vuoto dagli appartamenti in cui lavoravano e vievano in condizioni di segregazione.