8 marzo in Arabia Saudita: ferite 50 studentesse che manifestano
All'origine della protesta il cattivo trattamento da parte del personale della facoltà e la scarsa pulizia del campus. Il portavoce dell'università dice che sono state le ragazze ad attaccare impiegati, docenti e uomini della sicurezza.

Riyadh (AsiaNews/Agenzie) - Più di 50 studentesse ferite: è il bilancio di un 8 marzo di protesta delle ragazze del collegio femminile della King Khalid University, ad Abha, in  Arabia Saudita, che lamentano cattivo trattamento da parte della facoltà e la scarsa pulizia del campus.

Proprio la pulizia è stata all'origine della protesta delle studentesse, martedì. "Per andare alla caffetteria - ha spiegato una di loro - dobbiamo passare su mucchi di spazzatura". Un'altra ha lamentato che "non ci sono abbastanza aule-conferenze e in quelle esistenti mancano persino le sedie".

Ieri, poi, le giovani si sono riunite per reiterare la manifestazione e chiedere che una loro delegazione fosse ricevuta dall'amministrazione.

Secondo il responsabile delle relazioni pubbliche dell'università, Awad Al-Qarni, a quel punto le ragazze hanno attaccato personale dell'amministrazione, della facoltà e anche della sicurezza.

I resoconti ufficiali dicono che sul posto erano presenti polizia, difesa civile e 50 "membri della Commissione per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio", la polizia religiosa. Un portavoce di quest'ultima ha negato che i suoi uomini abbiano picchiato le studentesse, sostenendo che invece le hanno aiutate a contattare i loro parenti e che la loro presenza "ha creato una sensazione di pace e sicurezza" tra le ragazze.

Sta di fatto, che un portavoce del Dipartimento della salute della provincia di Asir ha detto che 22 studentesse sono state ricoverate negli ospedali e altre 31 curate all'interno della stessa università. La televisione iraniana, citando fonti locali, ha parlato anche di una ragazza morta, della quale, invece, non dicono nulla i media sauditi.

Il governatore della provincia, principe Faisal bin Khaled, anche su pressione dei parenti delle giovani, ha ordinato un'inchiesta.